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S.O. 2 aprile 2019 video
Crowdfunding per gli scavi di Porticciolo
Il Team di Paleontologia del Prof. Umberto Nicosia Nicosia, studioso di fama mondiale, lancia la campagna di crowdfunding al fine di poter proseguire con gli scavi di Porticciolo anche per quest´anno


ALGHERO - Il sito paleontologico di Torre del Porticciolo (Alghero, Sardegna Nord Occidentale) è ben conosciuto a livello sia nazionale che internazionale per il ritrovamento sensazionale dei primi resti degli antenati dei mammiferi (sinapsidi basali) in tutta Italia. Un primo esemplare, recuperato in diverse campagne di scavo nella Sardegna Nord Occidentale, rappresenta il primo sinapside basale trovato in Italia con un età stimabile intorno ai 270 milioni di anni fa (Permiano medio). Il ritrovamento ha permesso di descrivere il genere e specie del tutto nuovo Alierasaurus ronchii, attribuito alla famiglia Caseidae, un gruppo di sinapsidi primitivi conosciuti precedentemente in larga parte dai depositi del Nord America.

Nel 2016, durante una ricognizione geologica nell’area, è stato scoperto un secondo livello fossilifero molto promettente, distante circa 100 m dal sito di Alierasaurus. Analisi preliminari hanno messo in luce la presenza di un grande sinapside basale carnivoro riferibile alla Famiglia Sphenacodontidae, il gruppo che contiene il famoso predatore Dimetrodon, caratterizzato da un ampia e iconica vela sul dorso. La scoperta rappresenterebbe il primo sinapside basale carnivoro dal Permiano dell’Italia, e uno dei pochi conosciuti e studiati in tutto il continente europeo.

Ancora più recentemente, nell’estate 2017, sono state scoperte le prime impronte fossili attribuibili a vertebrati del Permiano della Sardegna. Il nuovo materiale è stato scoperto nella zona di Cala Viola, poco distante dall’area di Torre del Porticciolo, ed è rappresentato sia da impronte su lastre di arenaria isolare, che ancora in posto nell’affioramento originale, pronte per essere scoperte e scavate da un team di esperti.

«Il successo del progetto potrebbe permettere al team di paleontologi di condurre una campagna di scavo nei nuovi siti scoperti, in modo da recuperare e preparare il nuovo materiale veramente unico nell’ambito paleontologico sia italiano che europeo. Il nuovo materiale sarà quindi successivamente analizzato e studiato nel dettaglio, e i risultati degli studi saranno sia pubblicati su riviste specialistiche di settore che disseminate a un pubblico più ampio in congressi sia nazionali che internazionali».

Il team (nella foto), rappresentato da studiosi attualmente attivi in tre differenti paesi (Italia, Sud Africa e Argentina) sarà composto in tutto da 10 persone tutte coinvolte nel progetto e nelle varie fasi di scavo sul campo, recupero degli esemplari, studio e disseminazione delle ricerche. Il gruppo include studenti, paleoartisti, professori universitari e ricercatori. Il progetto rappresenta quindi una grande opportunità per la formazione e addestramento di giovani studenti al lavoro di campo, coinvolgendoli direttamente in tutte le attività di uno scavo paleontologico.
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