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Red 27 marzo 2019
Scuola e legalità ad Alghero
Venerdì mattina, l’Istituto comprensivo n.3 ha accolto gli uomini delle istituzioni in una giornata memorabile fra cultura e diritto. Gli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di primo grado di Via Biasi e del plesso di Santa Maria la Palma sono stati i protagonisti dello spettacolo “In pessimo Stato”


ALGHERO - Nella cornice delle loro magliette rosse, sul palco dell’auditorium dell’Istituto comprensivo n.3 di Alghero, gli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di primo grado di Via Biasi e del plesso di Santa Maria la Palma sono stati i protagonisti dello spettacolo “In pessimo Stato”, primo laboratorio sulla legalità, un progetto di educazione civica, storica, culturale, morale e politica attraverso cui la scuola si è fortemente impegnata per promuovere il valore e l’importanza delle norme e delle regole su cui fonda la convivenza civile e democratica. L’esecuzione de “Il silenzio” al sax, ha introdotto i lavori dei ragazzi: un viaggio nella storia e nei suoi risvolti, anche in quelli più crudi, che ha preso le mosse dalla lettura del romanzo del procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini intitolato, appunto, “In pessimo stato”. Un excursus storico-sociale dall’Unità ai giorni nostri con azione di ricerca ed analisi sulle figure di Ippolito Nievo, quella del prefetto Mori, del generale Dalla Chiesa e dei magistrati Falcone e Borsellino. Una lezione fuori dall’ordinario, un reading musicale nel corso del quale i ragazzi hanno portato in scena un’esperienza di lettura, recitazione, canto ed esecuzione dal vivo che, per un giorno, ha riempito i loro occhi di altri eroi. Non più i personaggi del mondo del calcio e della moda, ma uomini dello Stato, vittime di una guerra ancora dura da sconfiggere, di cui non sono state negate ne verità, ne responsabilità, perché è nell’informare e comprendere che si forma il senso critico e la capacità di discernimento e si diviene cittadini liberi di libero pensiero.

Con la colonna sonora di Ennio Morricone per il film “Il prefetto di ferro”, a cucire le varie parti di questo complesso lavoro, supportato in ogni sua parte dalla dirigente scolastica Paola Masala e curato dalle docenti Vanna Dettori e Maria Cristina Pensè, in sinergica collaborazione con Michelisa Sanna per le musiche, assistiti a mixer, luci e grafica dai colleghi Carboni e Correddu, i ragazzi hanno percorso un sentiero insidioso e difficile di cui è stato importante, sin da subito, stabilire e conoscere le regole per evitare smarrimenti e perdite. Rocco Chinnici sostiene che la mafia nasce e si sviluppa, o meglio prende forma, subito dopo l’unificazione d’Italia; esisteva dunque, seppur, non ancora organizzata. «Quando due poteri vivono sul controllo dello stesso territorio e hanno interessi in comune, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo», sosteneva Paolo Borsellino e, forse, proprio nel processo risorgimentale vanno cercate le origini di un fenomeno che diviene ed è elemento organico del sistema di potere che ha governato l’Italia. Ma quelle magliette rosse, su quel palco, non hanno lasciato spazio a turbamento o sfiducia: la corruzione e la criminalità possono essere sconfitte solo attraverso una salda coscienza civile che viva e si muova all’interno della Costituzione. Questo hanno ricordato i ragazzi agli adulti, talvolta sfiduciati attori della società attuale e questo è stato il senso di una lunga, interminabile mattinata di scuola e di vita: creare speranza, difenderla dal grigiore che aleggia e tenta di soffocare le menti. “Prima di sparare, pensa”, un rap cantato con convinzione e sentimento che ha scosso l’auditorium, mentre “La storia siamo noi” ha suscitato sincera emozione in tutta la platea degli illustri ospiti. La giornata è stata articolata in due momenti, costruiti ad effetto per essere differenti e complementari al contempo. Scendendo dal palco su cui si sono esibiti, con le loro voci ad intonare un canto uscito dalla penna del professor Tranchida, i ragazzi hanno aperto le tende, acceso le luci in sala ed invitato gli ospiti a seguirli alle loro postazioni per ascoltarne riflessioni e consigli. Ed a loro, gli intervenuti si sono concessi con spontaneità e familiarità in una sincera vicinanza di voce, cuore e mente. I grandi hanno saputo rendere grandi i nostri alunni, le Istituzioni farsi, finalmente, vicine alla loro gente.

«Non siete i cittadini di domani - ha sostenuto Lupacchini - avete dimostrato, qui, di essere i cittadini di oggi». «Levate alta la vostra voce, non abbiate paura del vostro dire, non arrendetevi al silenzio», è stato il senso del discorso dell’avvocato Iai, mentre il segretario regionale della Cgil Carrus indicava ai ragazzi percorsi da seguire nel mondo del lavoro che li attende. A questi interventi, moderati dalla caporedattrice de La Nuova Sardegna Daniela Scano, hanno fatto cornice, in chiusura, quelli del prefetto di Sassari, del sindaco di Alghero Mario Bruno e del segretario generale dell'Associazione finanzieri cittadini e solidarietà maresciallo Zavattolo che, con il suo spontaneo e competente stile comunicativo, ha catturato l’attenzione dei giovani. Laboratorio nato dunque da una sinergia di forze, in cui l’istituto e, in particolare, la Ficiesse, si sono riconosciute legate dallo stesso sentire, partner in questa occasione e, sperano gli organizzatori, in altre iniziative future sul territorio per affermare, insieme ed uniti, un'equilibrata giustizia sociale. Solo collegata e congiunta ad Istituzioni capaci e disponibili a dialogare con i ragazzi per concorrere ad assicurarne un valido percorso formativo e di vita, possono, di diritto, sentirsi parti fondamentali dello Stato. Una realtà, quella dello Stato, da venerdì sicuramente a loro più vicina. Sulla scia del successo della giornata, i ragazzi sono stati invitati da Scano ad esibirsi domani, giovedì 28 marzo, a Sassari, fra le iniziative promosse dal regista Sante Maurizi all’interno dell’Osservatorio sociale sulla criminalità. Tra i tanti sogni, la possibilità di visitare per la terza D e la terza E, a conclusione di questo percorso, Palermo ed i luoghi simbolo della lotta alla mafia, magari proprio con l’intervento degli attori presenti nel palcoscenico istituzionale.
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