ALGHERO - E' proprio vero: anche dalle cose più impensabili, terribili, si può, si deve, trovare il motivo per migliorare la società. Idee che, mai come in questo caso, possono concretamente portare sostegno e ridare un futuro a bambini, minori e famiglie crollate nella disperazione. Il modello Alghero per aiutare gli orfani di femminicidio diventa così best practice ormai seguita in campo regionale e nazionale.

Quell'adozione di cittadinanza, istituzionalizzata con delibera e atti formati, la conseguente apertura del Fondo di sostegno economico per garantire la vita, il futuro ai due bimbi rimasti improvvisamente orfani, fa scuola. Il tutto nasce dopo il femminicidio di Michela Fiori, la donna di Alghero uccisa dal marito la mattina di domenica 23 dicembre. Oggi quel fondo conta circa 130mila euro e assicura, con l'adozione che prevede anche versamenti mensili, il futuro fino ai 20 anni e ai 26 anni dei ragazzi, in caso di scelta dell'università.

Adesso molti comuni hanno chiesto al sindaco Mario Bruno la delibera e il regolamento per applicarlo in altre situazioni che purtroppo di verificano quotidianamente anche in Italia. A Iglesias il sindaco ha proposto la stessa soluzione per tre bambine la cui mamma è stata vittima di femminicidio, due anni fa. Il presidente dell’Anci Sardegna, Emanuele Deiana, ha inviato a tutti i 377 Comuni sardi e all’Anci nazionale la delibera e il regolamento del Fondo perché venga divulgato e preso ad esempio.

Nei giorni scorsi a Santa Maria Capua Vetere una rete italiana di centinaia di comuni, ha perfino attribuito alla Città di Alghero il premio "Chiara Lubich, Città della Fraternità 2019". Un segno concreto e tangibile di riconoscenza per un atto che aprirà la strada del sostegno concreto a decine di minori in difficoltà e aiuterà a migliorare una legge nazionale ancora troppo distante dalle reali esigenze delle famiglie.

Nella foto: Michela Fiori, vittima di femminicidio ad Alghero