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Red 19 febbraio 2019
Premio Tacita Muta a Piero Marras
L’Associazione internazionale dei critici letterari, in collaborazione con l’Associazione dei sardi di Roma “Il Gremio”, con l’Associazione Salpare e con il Fondo Vp Sardinia, sabato pomeriggio, nella Sala Italia dell’Unione delle associazioni regionali, a Roma, conferirà la seconda edizione del Premio Tacita Muta per le minoranze linguistiche, in occasione della Giornata mondiale della lingua madre voluta dall’Unesco


ALGHERO - L’Associazione internazionale dei critici letterari, in collaborazione con l’Associazione dei sardi di Roma “Il Gremio”, con l’Associazione Salpare e con il Fondo Vp Sardinia, sabato 23 febbraio, alle 17, nella Sala Italia dell’Unione delle associazioni regionali, a Roma, conferirà la seconda edizione del Premio Tacita Muta per le minoranze linguistiche, in occasione della Giornata mondiale della lingua madre voluta dall’Unesco. Introdurrà e coordinerà la serata il presidente dell’Associazione Il Gremio Antonio Maria Masia. Il Premio prende il nome dal libro del presidente dell'Aicl Neria De Giovanni “Tacita Muta, la dea del silenzio” (Nemapress), che parla del mito della Ninfa Lala-Tacita Muta, la cui festa, nel mondo romano, cadeva dal 18 al 21 febbraio: soltanto in quella ricorrenza le donne e gli schiavi potevano dichiarare a voce alta le proprie lamentele contro il Pater familias. E proprio il 21 febbraio, l’Unesco ricorda la Giornata mondiale per la lingua madre, cioè le lingue tagliate, le lingue minoritarie.

Dietro l'orrore della vicenda di Lala-Tacita Muta si cela una grande verità: soltanto la lingua, il parlare, ci rende liberi. La poesia è stata da sempre strumento di libertà nella comunicazione letteraria e, all’origine, anche forma privilegiata per diffondere saperi filosofici e religiosi. Dopo la professoressa Eva Martha Eckkrammer, docente dell'Università di Mannheim, Premio Tacita Muta 2018 per le sue ricerche sulle lingue minoritarie delle isole caraibiche, l’edizione 2019 sarà conferita a Piero Marras, «per il grande contributo alla valorizzazione e diffusione della lingua sarda attraverso la sua musica, canto e poesia», come si legge nella targa istituzionale. Definire il cantautore sardo grande testimone della cultura e della identità della Sardegna non è ne esagerato, ne retorico, accomunato in questa sua “missione antropologica” agli indimenticabili e sempre rimpianti Maria Carta e Andrea Parodi.

Come lo stesso Marras ebbe a dichiarare in occasione di un suo magico concerto notturno ai piedi della reggia nuragica di Santiu Antine di Torralba, «La nostra Isola ha mille problemi, ma ha tesori inestimabili come questo monumento ai piedi del quale ho l’onore immenso di cantare e parlare. La lingua, sa Limba sarda di cui andare fieri è un altro dono dei nostri avi da non disperdere, così come quell’insieme dei codici di comportamento che uniscono e fondono in comunità custa “zente” (gente) sarda di dentro e di fuori». Sabato 23 marzo, ad un mese esatto dal conferimento del Premio per le lingue minoritarie, il comitato organizzatore del Premio Tacita Muta, nella settimana Unesco della poesia, proseguirà, ancora con il Gremio, in sala Italia Unar, nell’approfondimento della lingua sarda grazie alla presentazione del libro di Masia “Antiga limba, poesias e meledos in sas àndalas de sa vida” (Antica lingua, poesie e riflessioni lungo i sentieri della vita, ed. Nemapress, febbraio 2019).

Nella foto: Pietro Marras
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