I rappresentanti di Codacons, Federparchi, Gruppo Intervento Giuridico, Italia Nostra, Lipu e Wwf chiedono l´accurata verifica dei cumuli di posidonia presenti dal 2007 nei siti di stoccaggio in previsione della bonifica programmata dall´Amministrazione comunale di Alghero
Daniele Salinas, Salvatore Sanna, Stefano Deliperi, Graziano Bullegas, Francesco Guillot e Carmelo Spada - rappresentanti rispettivamente delle associazioni ambientaliste Codacons, Federparchi, Gruppo Intervento Giuridico, Italia Nostra, Lipu e Wwf hanno inoltrato richiesta di informazioni ambientali sui tre siti di stoccaggio della posidonia ubicati lungo il litorale del comune di Alghero. Si tratta dei siti ideati e realizzati a partire dal 2007 dall'allora amministrazione comunale, ma nonostante la temporaneità degli stoccaggi, negli anni i siti hanno visto accrescere le loro dimensioni in termini di quantitativi di posidonia non riportati sugli arenili (obbligo gravante su tutti i concessionari, amministrazione compresa), con tutto ciò che questo ha comportato (e comporta) in termini d'immagine e fruibilità.
La richiesta è stata rivolta all’Assessore regionale all’Ambiente, al Sindaco di Alghero, al dipartimento Arpas della Sardegna, alla direzione del Dipartimento Arpas di Sassari e al Dirigente settore Ambiente del comune di Alghero. I rappresentanti delle associazioni ambientaliste con particolare riferimento per il sito di stoccaggio ubicato tra il molo di sottoflutto del porto di Alghero e il canalone di San Giovanni, hanno chiesto al dipartimento Arpas della Sardegna e alla direzione del Dipartimento Arpas di Sassari che vengano effettuati accurati esami fisico-chimici al fine di individuare eventuali presenze di inquinanti.
«Infatti - sottolineano Daniele Salinas, Salvatore Sanna, Stefano Deliperi, Graziano Bullegas, Francesco Guillot e Carmelo Spada - attraverso il canalone, nel corso degli anni, potrebbero essere state scaricate in mare sostanze inquinanti di varie natura e i residui di esse potrebbero essersi fissate proprio nell'accumulo di posidonia. Le analisi certificherebbero, in maniera documentaria, lo stato reale e fugherebbero qualsiasi dubbio». L'Amministrazione comunale, per la prima volta, ha in serbo l'avvio dei lavori di bonifica (programmati proprio dal mese di gennaio): «in caso venissero riscontrati inquinanti - sottolineano dalle associazioni ambientaliste - l’accumulo andrebbe rimosso con le opportune metodologie, al contrario si certificherebbe la salubrità dell’accumulo di posidonia e la conseguente modalità di rimozione, utilizzo o smaltimento».
In realtà su parte degli spiaggiamenti e sugli accumuli di posidonia nei mesi scorsi l'Arpas ha già effettuato verifiche e campionamenti richiesti proprio dall'assessorato all'Ambiente competente al fine di escludere la presenza di agenti inquinanti. I rappresentanti delle associazioni ambientaliste chiedono così di poter acquisire gli atti. «Già nelle settimane scorse - concludono - abbiamo stigmatizzato la situazione del “caso Alghero” in relazione alla gestione degli accumuli di posidonia sul litorale comunale realizzati a san Giovanni, Maria Pia-Cuguttu e Punta Negra, nati come sistemazione temporanea, ma diventati accumuli perpetuatisi negli anni e chiesto la bonifica dei siti; ora con questo ulteriore atto formale chiediamo alle istituzioni di effettuare tutte le verifiche e gli accertamenti per poter procedere nella maniera più appropriata alla bonifica dei tre siti di stoccaggio».
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