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Red 10 luglio 2018
Tagli ai Comuni, l'idea: vertenza con lo Stato
Lo hanno annunciato questa mattina i presidenti dei due parlamentini Franco Sabatini e Francesco Agus. Un percorso “rivendicativo” che prenderà il via domani, con la seduta congiunta delle due Commissioni regionali


CAGLIARI – Un miliardo e mezzo di euro. E’ questo il prezzo che la Sardegna si trova a pagare per il risanamento della finanza pubblica. Un macigno insopportabile che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema Regione. Per questo, le Commissioni regionali Bilancio ed Autonomia si preparano ad aprire una nuova vertenza con lo Stato. Lo hanno annunciato questa mattina (martedì), in conferenza stampa, i presidenti dei due parlamentini Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Campo progressista). Un percorso “rivendicativo” che prenderà il via domani, mercoledì 11 luglio, con la seduta congiunta delle due Commissioni. «Cominceremo con le audizioni degli assessori agli Enti locali e alla Programmazione e dei rappresentanti di Anci e Cal – ha detto Sabatini – l’obiettivo è arrivare a una risoluzione da sottoporre poi all’attenzione del Consiglio. La questione è seria e merita un dibattito pubblico».

I mancati trasferimenti ai Comuni ammontano ad 800milioni di euro. Nel 2007, lo Stato riversava agli Enti locali 868milioni di euro. Quota che si è ridotta nel 2017 a circa 220milioni. Altri 82milioni di tasse provinciali vengono trattenuti direttamente dall’Agenzia delle entrate e trasferiti direttamente allo Stato. «E’ una situazione pesantissima – ha proseguito il consigliere Dem – se a questo aggiungiamo i 680milioni di euro di accantonamenti il quadro diventa drammatico. Rischiamo di non riuscire a venire incontro alle esigenze dei Comuni sardi. La Regione finanzia con proprie risorse il Fondo unico per gli Enti locali. Sono denari che dovrebbero finanziare lo sviluppo e gli investimenti, ma ormai vengono utilizzati per coprire le spese ordinarie». Oltre ai tagli statali, i Comuni devono far fronte anche ai vincoli imposti dalle nuove norme sull’equilibrio di bilancio e al blocco delle assunzioni.

«Di fatto le spese correnti dei Comuni vengono oggi pagate dalle entrate tributarie e dai trasferimenti del Fondo unico – ha sottolineato Agus – peggio ancora stanno le Province sarde, costrette a riversare interamente allo Stato i soldi riscossi con le tasse automobilistiche. Un prelievo dichiarato illegittimo da una recente sentenza della Corte costituzionale. Siamo decisi a chiedere la restituzione delle somme, circa 80milioni all’anno, e a rivendicare il trasferimento delle risorse ordinarie che lo Stato si tiene in cassa ormai da tempo». La soluzione potrebbe arrivare con l’entrata a regime dell’Agenzia sarda delle entrate: «E’ importante procedere in tempi rapidi alla regionalizzazione della finanza locale – ha aggiunto l'esponente del Campo progressista – nel frattempo si potrebbe pensare di inserire i crediti nella prossima Legge di stabilità e procedere a un’autoriduzione degli accantonamenti. Non bisogna aver paura di un’eventuale impugnazione da parte dello Stato». La questione sarà sottoposta all’attenzione di tutti i parlamentari sardi: «Nei prossimi giorni, convocheremo anche loro in Commissione – ha affermato Francesco Sabatini – la trattativa con lo Stato ha bisogno del sostegno di tutti. La soluzione potrebbe essere questa: la Regione si fa carico della finanza locale e lo Stato rinuncia a una grossa fetta degli accantonamenti».

Nella foto: il consigliere regionale Franco Sabatini
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