ALGHERO - La voglia di ricominciare, a parole, c'è tutta. Così i
forzisti algheresi capitanati dal leader Marco Tedde, oggi consigliere regionale a Cagliari dopo nove anni di sindaco e mezza consiliatura all'opposizione di Lubrano, tentano di darsi la carica: bordate sugli attuali amministratori locali, Mario Bruno e
Pd in testa, applausi sul passato amministrativo Azzurro definito «il periodo più florido degli ultimi lustri, vista la capacità di quegli amministratori di avere una visione di sviluppo della città».
Così Tedde & C. parlano di «restart», un nuovo inizio. Un po quello che ha in mente Silvio Berlusconi dopo la spaccatura con Salvini. Ed in effetti a guardar bene quel che resta del partito a livello locale c'è tanto da costruire. Dopo due sconfitte alle amministrative, la guerra fratricida con gli alleati di un tempo, i veleni iniettati tra ex amministratori ancora in circolo e i guai giudiziari che hanno interessato l'ex portavoce locale, Delogu, il partito è ormai da oltre un anno in picchiata, con i risultati delle ultime elezioni a confermarlo [
LEGGI]. Una sorta di commissariamento del "padre-padrone", quel Tedde che a questo punto guarda senza rivali alla ricandidatura in Regione (dopo aver perso quella per il Parlamento), nel tentativo di contendere la leadership per la scelta del Governatore a Salvatore Cicu o alla Lega, sempre più accreditata e autorevole dopo l'accordo governativo col Psd'Az e il Movimento 5 Stelle.
Un fatto questo che allontana sempre di più il leader dell'opposizione in Aula, Michele Pais (
nella foto), stufo di essere usato per la sola forza elettorale. Non è un mistero la sua insofferenza nei confronti di Tedde, poco propenso a lasciare spazi di azione e manovra. Più volte avvicinato ad altre realtà politiche che compongono la coalizione del Centrodestra, inizialmente Fratelli d'Italia, oggi Michele Pais "benedice" l'accordo della Lega coi
Grillini e si prepara ad abbracciare le istanze di Matteo Salvini. C'è però qualche freno: secondo accreditate indiscrezioni pare che il suo ingresso in Lega non sia visto di buon occhio dai dirigenti locali.