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Red 23 febbraio 2018
Odyssey ballet: tournèe nell´Isola
Una “storia d’amore mediterranea” per la Stagione di danza 2017-18 del Cedac con lo spettacolo di Mvula Sungani, nell´ambito del Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna. Prima regionale, venerdì sera al Teatro Comunale di San Gavino Monreale


SAN GAVINO MONREALE - Tra realtà e mito, l'affascinante “Odyssey ballet” creato dal coreografo italo-africano Mvula Sungani, in tournée nell'Isola sotto le insegne del Cedac per la Stagione di danza 2017-18 nell'ambito del Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna propone un'intrigante rilettura al femminile del poema omerico, immaginando l'autrice come una donna in attesa del ritorno dell'amato, intenta a fantasticare sulle peripezie del viaggio dell'eroe greco e sugli incontri con dèe e regine, ninfe e principesse e con mostri e creature leggendarie. Un raffinato gioco di specchi, tra l'epica antica e la moderna tragedia dei migranti, in fuga da guerre, carestie e persecuzioni con il sogno di un futuro migliore, per lo spettacolo originale ed avvincente, interpretato dall'étoile Emanuela Bianchini, con i solisti della compagnia “Mvula Sungani physical dance”, che debutterà in prima regionale domani, venerdì 23 febbraio, alle 21, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, per approdare sabato 24, alle 21, nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer, domenica 25, alle 21, al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri (con una matinée per le scuole lunedì 26) e infine, martedì 27, alle 20.45, al Teatro Centrale di Carbonia.

Odyssey ballet s'ispira ad uno dei poemi fondanti della letteratura occidentale, tradizionalmente attribuito al cieco aedo, cantore delle gesta di re e guerrieri alla conquista di Troia e del periglioso viaggio di Ulisse verso la sua “petrosa” Itaca tra i capricci degli dei e l'imperscrutabilità del fato, per raccontare il dramma di coloro che abbandonano la patria ed i propri cari in cerca di fortuna e di chi (madri e spose, sorelle e fratelli, genitori e figli) ne attende a casa il ritorno tra angoscia e speranza. Un moderno balletto, costruito come un racconto per quadri, con una rigorosa partitura per corpi in movimento in cui l'eleganza della danza classica e l'espressività e la libertà della danza contemporanea si fondono ai caratteri dei diversi balli tradizionali, ma anche alle tecniche circensi ed alle arti marziali secondo la cifra energica e sensuale della Mvula Sungani physical dance. Sulle tracce del poeta vittoriano Samuel Butler, per il quale le sottili analisi psicologiche e la conoscenza dell'universo femminile presenti nei versi suggerivano l'esistenza di una poetessa, forse siciliana, all'origine dell'Odissea (un'intuizione ripresa da Robert Graves e da Lewis Greville Pocock), Mvula Sungani crea il suo Odyssey ballet privilegiando il punto di vista dell'autrice, donna innamorata e fedele, irresistibile seduttrice, tenera ed ardente, custode del focolare e degli affetti.

Sull'evocativa colonna sonora curata ed eseguita da Alessandro Mancuso e Riccardo Medile, tra musiche popolari e brani originali, le (dis)avventure del sovrano d'Itaca e gli incontri con il Ciclope ed altre figure mitologiche, che diventano le «maschere delle incertezze del futuro», fanno da contrappunto alle malìe di Circe ed all'amore di Calipso, alla giovinezza di Nausicaa ed alla pazienza di Penelope: tutte le figure femminili rappresentano altrettante sfaccettature dell'ipotetica autrice, proiezioni della sua complessa personalità e dei suoi cangianti stati d'animo. Un'opera visionaria e coinvolgente, ricca di simbolismi, quella del coreografo italo-africano con esordi da enfant prodige ed all'attivo un'intensa carriera in Italia ed all'estero, che affronta con taglio quasi cinematografico un tema cruciale come l'integrazione e l'incontro con l'altro in un'epoca caratterizzata da intensi ed inarrestabili flussi migratori: nel mondo greco antico l'ospite era sacro, come dimostra l'accoglienza riservata ad Ulisse nella terra dei Feaci, di contro alla ferocia del Ciclope, ma soprattutto a fronte della xenofobia verso gli stranieri che giungono sulle coste al termine di moderne, spesso terribili, “odissee”.

Odyssey ballet racchiude l'idea del tempo sospeso, della solitudine e dell'ansia della sposa e della consapevolezza dei rischi cui va incontro chi sceglie o è costretto a varcare il mare o il deserto: alle insidie per chi parte, oltre alle tentazioni ed alle distrazioni lungo il cammino ed alla necessità di confrontarsi e sconfiggere “mostri” che sono metafora dei tanti pericoli ed ancor più dei giustificati timori, corrisponde allo stillicidio dei minuti e delle ore per rimane e vive nel tempo indefinito dell'attesa, fra speranza e disperazione. Il desiderio di una donna (la poetessa immaginata da Butler e Graves e la sua moderna erede) prende la forma delle eroine del mito, incantatrici e sapienti: se Calipso può rappresentare il matrimonio, Nausicaa l'innamoramento, Circe la trasgressione, mentre Penelope la fedeltà, in ciascuna di loro è un riflesso dell'autrice, una variazione sul tema della dolcezza e della passione nella trama di “una storia d'amore mediterranea”.

Nella foto: un momento del balletto
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