Fenici in Sardegna e in Libano: una storia di insediamenti e integrazione. La ricerca delle Università di Otago, Sassari e Lebanese University è stata pubblicata su Plos one
SASSARI - Multiculturalità ed integrazione: sono due aspetti delle popolazioni fenicio-puniche emersi da uno studio che annovera l'Università di Sassari tra i protagonisti. Pubblicato sulla rivista Plos one, lo studio, tra indagine genetica ed archeologica, è intitolato “Ancient mitogenomes of Phoenicians from Sardinia and Lebanon: A story of settlement, integration, and female mobility”. La ricerca è stata condotta da Lisa Matisoo-Smith (University of Otago, Nuova Zelanda) e da Pierre Zalloua (Lebanese University) sul versante genetico, con il fondamentale contributo dell'Università degli studi di Sassari per lo sviluppo della parte archeologica: prelievo ed invio dei campioni, interpretazione dei risultati ed elaborazione dello studio definitivo. I campioni provengono dal Libano e, soprattutto, dalla necropoli fenicia e punica di Monte Sirai, grazie agli scavi effettuati negli ultimi anni nell'ambito della Summer school di Archeologia fenicio-punica diretta da Michele Guirguis (Uniss). Alla ricerca ha partecipato anche Rosana Pla Orquin.
Dallo studio emerge che le popolazioni fenicie e le successive comunità di età punica costituivano delle realtà inclusive, multietniche e multiculturali, come suggerito da alcune indagini archeologiche e come ora confermato dalle analisi del dna antico. Lo studio ha riguardato il dna mitocondriale, ereditato esclusivamente per via materna. I nuovi campioni prelevati dalla necropoli di Monte Sirai nel 2015 sono stati confrontati con ottantasette genomi mitocondriali completi, appartenenti a moderni libanesi, con ulteriori campioni libanesi che risalgono fino al Diciannovesimo secolo a.C. (1800 a.C.) e con ventuno sequenze mitocondriali della Sardegna pre-nuragica e nuragica.
I risultati convergono nell'indicare un alto grado di integrazione tra i Fenici e le popolazioni autoctone della Sardegna, soprattutto in relazione al sito di Monte Sirai e a tutta l'area sulcitana. La mobilità delle donne e l'esistenza di matrimoni misti tra le due componenti è indicata dalla presenza di diversi aplogruppi riconducibili alle linee mitocondriali che risalgono ai tempi pre e protostorici, con ulteriori gruppi umani che sembrerebbero derivare, invece, da altre aree del Mediterraneo (Nord Africa) e dell'Europa continentale. Questo rappresenta solo il primo risultato di una serie di ricerche che l'Università di Sassari sta portando avanti nell'ambito degli studi di Archeologia fenicio-punica, che possono anche giovarsi del supporto economico del Progetto Regionale L.7 “Phoenician & Nuragic Id. project. Identities in the mediterranean iron age: Innovations and Cultural Integration in Sardinia between phoenician and nuragic people”, di cui Michele Guirguis ètitolare.
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