La Regione autonoma della Sardegna avvia il riordino dei centri dedicati alla diagnostica del tumore della mammella, con le Linee di indirizzo approvate oggi dalla Giunta
CAGLIARI - La Regione autonoma della Sardegna avvia il riordino dei centri dedicati alla diagnostica del tumore della mammella, con le Linee di indirizzo approvate oggi (mercoledì) dalla Giunta. Il dimensionamento della rete dei Centri di diagnostica clinica e la loro distribuzione nel territorio regionale, in base alle Linee di indirizzo, si basa sul bacino di utenza regionale (popolazione femminile nella fascia di età a maggiore rischio, compresa tra i cinquanta ed i sessantanove anni) articolato per Area socio sanitaria locale dell’Ats Sardegna; sul volume teorico annuo di prestazioni, sugli standard raccomandati dalle linee guida per la diagnostica clinica senologica e dai protocolli screening, sia in termini di volumi di prestazioni mammografiche, sia di procedure interventistiche.
«Attualmente, in Sardegna - spiega l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru - non esiste una rete formalizzata di Centri di diagnostica clinica per la senologia conforme ai criteri dell’Intesa Stato–Regioni del 2014. Esistono molte strutture, pubbliche e private, che erogano prestazioni di tipo senologico, collocate su tutto il territorio regionale e che operano per lo più in assenza di un volume di casi adeguato rispetto agli standard raccomandati dalle linee guida e dai protocolli screening. È perciò importante identificare, a livello regionale, i Centri di diagnostica clinica, che operino in integrazione e a supporto dei Centri individuati come sedi di Breast unit a Cagliari, Nuoro e Sassari e migliorare l’intero percorso diagnostico e terapeutico del tumore mammario, a partire dalla diagnosi precoce. Vogliamo promuovere il progressivo innalzamento dei tassi di adesione ai Programmi organizzati di screening oncologico: i dati del 2016 evidenziano come solo cinquantotto donne su cento aventi diritto (cosiddetta popolazione bersaglio annua, ricompresa nella fascia di età tra i cinquanta ed i sessantanove anni) hanno ricevuto l’invito ad effettuare la mammografia e solo ventitre donne su cento aventi diritto hanno effettivamente usufruito del test di screening».
Per assicurare alle strutture dei territori periferici (che non dispongono di una casistica sufficiente o comunque inferiore allo standard minimo di garanzia della qualità dell’esito) di valorizzare le professionalità presenti sul territorio ed utilizzare in modo più efficiente, a livello regionale, sia le risorse umane, sia le risorse tecnologiche e strumentali, è introdotto un ulteriore criterio di tipo organizzativo l’“equipe unica di professionisti”, che dovrà essere costituita necessariamente tra le Assl di Nuoro–Lanusei e di Cagliari-Sanluri. Su proposta di Arru, la Giunta ha approvato anche il Programma formativo regionale per gli operatori coinvolti nello screening del carcinoma del colon retto e dato all’Ats gli indirizzi operativi per l’aggiornamento dell’assistenza integrativa alla luce dei nuovi Livelli essenziali di assistenza.
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