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Red 30 dicembre 2017
Moneta elettronica: oltre 53mila Pos nell'Isola
In Sardegna c´è un Pos ogni trentuno abitanti. Dal primo gennaio 2018, sarà obbligatorio per artigiani, professionisti e commercianti per pagamenti superiori ai 5euro. «Basta con aggravi sulle imprese: vigileremo sulle commissioni bancarie e denunceremo le situazioni anomale», dichiara il presidente della Confartigianato Sardegna Antonio Matzutzi


CAGLIARI - In Sardegna erano 53.418 i Pos, lettori di moneta elettronica, attivi alla fine del 2016 presenti nelle imprese, i professionisti e gli esercenti di commercio. Uno ogni trentuno abitanti, le “macchinette” in sei anni sono cresciute di 41.486 unità. Sono questi i dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le Mpmi, su dati della Banca D’Italia, in vista di lunedì 1 gennaio 2018, data dalla quale, per qualsiasi transazione commerciale, artigiani, liberi professionisti, imprese ed esercenti del commercio avranno l’obbligo di munirsi di Pos per i pagamenti tramite bancomat. Fra pochi giorni, infatti, a partire dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2018, entrerà anche in vigore la norma sulle sanzioni per chi viola l’obbligo di dotarsi di “lettori di moneta elettronica”: sarà infatti obbligatorio accettare pagamenti anche con bancomat e per importi anche inferiori ai 5euro.

«Un vantaggio per i consumatori – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato imprese Sardegna - ma uno svantaggio per artigiani e commercianti, i quali dovranno sostenere i costi di gestione del Pos delle banche, che possono raggiungere cifre non indifferenti, se si tiene conto che spesso ad essere coinvolte sono piccole e medie imprese con fatturati annui spesso contenuti». Il provvedimento mira ad accelerare ulteriormente la diffusione e l'utilizzo della moneta elettronica, cresciuto in modo apprezzabile nell’ultimo triennio, dopo l’entrata in vigore dal 30 giugno 2014 della legge che prevede l’accettazione da parte di imprese e professionisti di pagamenti effettuati attraverso carte di debito. In Italia, nel 2006, furono 1.132.129 i Pos, che effettuarono oltre 770milioni di operazioni per un controvalore di oltre 71miliardi di euro ed una spesa media di 93 euro; nel 2016, i Pos sono diventati 2.093.959, hanno elaborato 1,8miliardi di operazioni per un controvalore di oltre 115miliardi ed una spesa media di 63 euro.

Il Consiglio dei ministri, nella riunione dell'11 dicembre, con un decreto legislativo sui servizi di pagamento nel mercato interno, ha anche disposto che «per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2percento del valore dell’operazione stessa; per le operazioni tramite carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3percento del valore dell’operazione». Nello stesso decreto, anche un buona notizia per i consumatori: viene abbassata, passando da 150 a 50euro, la franchigia massima a carico degli utenti nel caso di pagamenti non autorizzati. Analizzando il trend delle installazioni dei Pos in Italia, è emerso che tra dal 2013 (anno precedente all’introduzione dell’obbligo), il numero dei Pos è cresciuto del 37,6percento, pari a 572.396 unità in più. Inoltre, si è osservato un tasso medio annuo di crescita dell'11,2percento dal 2013 al 2016 rispetto al più contenuto +0,8percento del triennio precedente; di conseguenza, tra il 2013 ed il 2016, il numero di abitanti per Pos passa da trentanove a ventinove abitanti per Pos.

In parallelo, tra il 2013 ed il 2016 è cresciuto del 49,8percento il numero delle transazioni con carta di debito tramite Pos con un ritmo medio annuo del 14,4percento rispetto al 10,2percento osservato nel periodo precedente. L’ammontare delle transazioni dal 2013 al 2016 è aumentato del 46,5percento, con un trend maggiormente accentuato rispetto alla spesa per consumi finali delle famiglie che dal 2013 è aumentata del 4,3percento, evidenziando un crescente utilizzo da parte di imprese e consumatori. A livello provinciale, 19.413 Pps si trovano a Cagliari, cresciuta di 3.370 “lettori” in tre anni. Seguono Sassari con 12.753 (+3.207 nell’ultimo triennio), Nuoro con 5.494 (+1.968 tra il 2013 ed il 2016) ed Oristano con 3.588 (+835). «Non siamo mai stati contrari ad accettare i pagamenti elettronici e a combattere il nero – sottolinea Matzutzi – però il problema principale restano le commissioni bancarie. Per alcuni settori i ricarichi sono talmente bassi che l'incidenza di uno o due punti percentuali sul transato significa rinunciare al profitto. Non vogliamo che a subire siano sempre imprese e consumatori».

«Ricordiamo che già due anni fa - continua il presidente - la Legge di stabilità stabilì che sarebbero stati fissati i tetti delle commissioni da applicare ai pagamenti elettronici, commisurandoli ai servizi effettivamente erogati. Nulla ci pare sia stato fatto». L’associazione artigiana sottolinea come esistano anche alcuni sistemi che oggi consentono di avere il Pos a costi quasi zero, come quelli per i quali non ci si appoggia ad una banca per il servizio, ma si opera grazie all'utilizzo degli smartphone. Confartigianato imprese Sardegna, in ogni caso, tutelerà imprese e consumatori contro ulteriori aggravi di spesa, vigilando sulla corretta applicazione del provvedimento e sulle commissioni bancarie, e denunciando ogni situazione anomala o poco chiara.
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