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Red 29 dicembre 2017
Crolla il prezzo degli agnelli
«L’ultimo regalo del 2017 ai pastori», sottolineano i vertici della Coldiretti Sardegna. «Calo del prezzo, ennesima batosta per un mondo già in ginocchio. Pronti ad aiutare di più il Consorzio Igp per migliorare il suo operato», rilancia l´assessore regionale dell´Agricoltura Pier Luigi Caria


CAGLIARI - Crolla il prezzo dell’agnello. Dopo una lieve ripresa culminata con un 4,70centesimi al chilogrammo a peso vivo pagato al pastore, intorno al 15 dicembre, il prezzo è improvvisamente crollato a 3euro prima di Natale e sta continuando a scendere fino ai 2.80euro/kg di mercoledì. Un ulteriore colpo per l’economia pastorale, al termine di un anno che conferma fino all’ultimo giorno pessimo, tra i peggiori mai vissuti in campagna. Una stagione da archiviare quanto prima con il prezzo del latte ai minimi storici (50-60centesimi al litro), nevicata straordinaria a gennaio, siccità lunghissima e pesantissima (oltre ai premi comunitari perennemente in ritardo). La vendita degli agnelli rappresenta per i pastori la prima entrata della nuova annata agraria che arriva dopo l’estate e l’autunno, quanto le pecore sono in asciutta e quindi per l’azienda ci sono solo delle spese per il sostentamento del bestiame e la preparazione della nuova annata. Ed era particolarmente attesa quest’anno, visto il lievitare dei costi di gestione per l’assenza di pascoli dalla primavera (che si protrae fino ad oggi, perché la ripresa delle piogge dopo mesi è coincisa con le gelate), che ha costretto i pastori a sostituire l’erba con mangime e fieno pagato a peso d’oro a causa della penuria.

«Un bel regalo di fine anno per i pastori stremati da una stagione in cui al crollo del prezzo del latte, che abbiamo più volte denunciato – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – si sono aggiunte diverse calamità naturali, che hanno dimezzato le entrate e più che raddoppiato i costi di gestione. Anche le pecore stanno cominciando l’annata non in ottime condizioni, perché sono venuti a mancare i pascoli ed i pastori con le tasche vuote non hanno potuto surrogare adeguatamente con mangimi e foraggio. Per questo, oltre alla produzione di meno latte, come abbiamo evidenziato nei giorni scorsi (nelle prime due settimane di dicembre calato del 20percento rispetto allo stesso periodo del 2016) anche gli agnelli sono più piccoli e necessitano di più tempo per crescere». «Dopo i prezzi bassissimi dello scorso anno, quest’anno il costo dell’agnello sembrava in ripresa – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ed invece è arrivato l’improvviso crollo, di ben 1,70euro in pochi giorni: dai 4,70euro/Kg a 3euro prima di Natale. E con la ripresa delle macellazioni dopo Natale sta continuando anche a scendere, siamo a 2,80euro. Un crollo difficile da capire e interpretare che merita di essere analizzato in modo trasparente e con dati alla mano. Serve un accordo di filiera partendo dal presupposto che senza i pastori verranno a mancare anche i macelli».

«Cosa succede – si chiede Coldiretti Sardegna - nel mercato nazionale? Ci sono delle speculazioni come per il latte? Stanno arrivando agnelli dall’est europeo che stanno surrogano i sardi?». L’appello di Coldiretti Sardegna è duplice. Ai macellatori innanzitutto, «è fondamentale il loro impegno per la tutela e la valorizzazione di una della nostre migliori eccellenze, un simbolo dell’agroalimentare sardo che ci contraddistingue. Chiediamo – dicono i vertici dell'associazione – che mettano in campo tutto l’impegno e gli strumenti per non svalutarlo ma anzi difendere l’agnello sardo che si fregia del marchio Igp». Ed ai consumatori, «è importante l’impegno ed il contributo di tutti, dal campo alla tavola. L’invito è al consumo di agnello sardo e non solo a Natale, stando sempre attenti all’etichetta (quello sardo riposta la dicitura Igp di Sardegna). In questo modo non solo si aiutano i pastori sardi, ma anche il nostro territorio oltre che la propria salute essendo un prodotto che si nutre (come da disciplinare) dal solo latte materno, di pecore allevate al pascolo».

«Un anno nero, da dimenticare, che si chiude male così come è iniziato sul versante della riduzione dei prezzi dei prodotti ovicaprini: dal latte alle carni, passando per la lana». Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, nel commentare l’allarme lanciato da Coldiretti Sardegna. «Come Assessorato – ha proseguito – siamo pronti ad aiutare di più il Consorzio di tutela dell’agnello di Sardegna Igp, così che migliori il suo operato e il suo ruolo di tutela sul mercato delle nostre produzioni locali. Riuscire a difendere la tipicità e la qualità delle carni nate e allevate in Sardegna è fondamentale nelle dinamiche di posizionamento sulle piazze di vendita. Ribadisco quindi al presidente del Consorzio di tutela e presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, tutta la disponibilità che può competere all’istituzione che rappresento per fare in modo che a pagare il prezzo più pesante non siano più e solo i produttori primari: i pastori».
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