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Red 16 ottobre 2017
Ati Ifras, accuse in Regione
Dura presa di posizione di Desirè Manca e Maurilio Murru in riferimento alla mancanza di comunicazione fra Sassari e Cagliari a discapito dei lavoratori: «Una pec della Regione Sardegna arriva al Comune di Sassari e nessuno la apre ma, soprattutto, nessuno si preoccupa del fatto che a Cagliari ad un tavolo di discussione così importante che affronta i temi del lavoro non c’è Sassari. Nessuno dice niente, nemmeno una telefonata. Ogni commento è superfluo, ma il fatto è grave, molto, e merita una spiegazione, subito»


SASSARI - «Illudere chi ha perso il suo posto di lavoro, illudere 38 persone di essere finalmente all'uscita di un tunnel buio e senza sbocco. E poi scoprire che le premesse, le promesse, le affermazioni fatte, non corrispondono alle certezze maturate: a 38 lavoratori ex Ati Ifras era stata prospettata la concreta, reale e auspicata possibilità di essere reintegrati nei loro posti di lavoro grazie a manifestazioni di interesse presentate dal Comune di Sassari che però, tristemente, non sembrano essere mai, mai, state presentate. O meglio, non sono mai…arrivate a destinazione». Non è un giallo, ma soprattutto non è un romanzo: è realtà.

«A cosa è dovuto il tutto? Ad un mero, banale e gravissimo errore di comunicazione, alla mancata apertura di una pec. C’è qualcosa che non funziona nel sistema, c’è un rapporto fra due enti amministrativi che fa acqua. Ci domandiamo allora: una pec della Regione Sardegna arriva al Comune di Sassari e nessuno la apre ma, soprattutto, nessuno si preoccupa del fatto che a Cagliari ad un tavolo di discussione così importante che affronta i temi del lavoro non c’è Sassari. Nessuno dice niente, nemmeno una telefonata. Ogni commento è superfluo, ma il fatto è grave, molto, e merita una spiegazione, subito».

Desirè Manca, portavoce in Consiglio comunale del Movimento 5 stelle, punta il dito sulla situazione venutasi a creare tra il Comune e la Regione autonoma della Sardegna, analizza i fatti e non nasconde il suo sconcerto: «Due realtà governate da uomini appartenenti allo stesso partito politico che non comunicano. Il sindaco di Sassari dichiara in Consiglio comunale che a fine 2016 il Comune ha presentato tre manifestazioni di interesse con relativi progetti annessi e che addirittura, in base a questi progetti, sarebbero state intavolate delle trattative per il reimpiego di 38 lavoratori ex Ati Ifras su 60 appartenenti all'aerea metropolitana del nord Sardegna. Martedì scorso, le parole dell'assessore regionale Spanu stravolgono la situazione presentata del primo cittadino sassarese: “da Sassari non è pervenuta alla Regione nessuna manifestazione d'interesse del nord Sardegna. Conseguentemente, non esiste nessun progetto per il reintegro dei 60 lavoratori del nord Sardegna”».

Maurilio Murru, portavoce in Consiglio comunale del M5s rilancia: «Questa vicenda mette in risalto un aspetto davvero inquietante, ovvero come la burocrazia oggi sia arrivata ad un livello insostenibile. Qui non si tratta tanto di una mail letta o non letta, quanto di un sistema che non funziona, e quando questo sistema si inceppa come in questo caso è davvero grave, perché la partita si gioca sulla testa di lavoratori e delle loro famiglie. L’errore in se fa parte del lavoro, le strutture sono spesso costrette ad operare in precarie condizioni, ma a monte c’è un sistema che non aiuta e che invece spesso condiziona l’attività con lunghi periodi di blocco politico, salvo poi dover rincorrere bandi e azioni in scadenza.

Si faccia un serio e approfondito esame di coscienza affinché certe situazioni non capitino più in futuro, soprattutto quando questo futuro riguarda famiglie e lavoratori. Un balletto vergognoso che ricade sulle teste dei lavoratori, cittadini, di uomini e donne, elettori. Si gioca sulla pelle e sulla disperazione della gente, ma il dato più sconcertante è apprendere che il sindaco Nicola Sanna, nell'ultima seduta di Consiglio, ancora confermava e ribadiva che grazie a questi fantomatici progetti già presentati all'attenzione dell'Istituzione regionale, ci sarebbe stato, a stretto giro di posta, il reintegro di 38 persone la cui speranza oggi è solo quella di tornare il più presto a lavorare. Vergogna».

Nella foto: Desirè Manca e Maurilio Murru
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