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Red 24 luglio 2017
Tavola rotonda sulla gestione delle acque
L’Anbi Sardegna incontra la politica regionale e le associazioni di categoria. «Modificare la normativa per lo sviluppo agricolo dell’Isola»


OLBIA - «Fare impresa in Sardegna è sempre più difficile. L'aumento del costo dell'acqua è ricaduto quasi esclusivamente sulle spalle degli imprenditori agricoli che negli ultimi dieci anni hanno visto aumentare costantemente le loro spese. Nelle campagne, le tensioni sociali sono sempre più forti e la siccità, che a macchia di leopardo ha interessato tutti i distretto consortili, non ha fatto altro che acuire le difficoltà». Così, il presidente dell'Anbi Sardegna Gavino Zirattu si è fatto portavoce dei malumori di tutti i consorziati sardi raccontando al mondo politico ed alle associazioni di categoria i tanti problemi che hanno caratterizzato questi mesi di forte siccità. «La riforma regionale sulla gestione delle acque in Sardegna e sulla disciplina dei Consorzi di Bonifica del 2006 si è rivelata un vero fallimento. È importante che la Regione riveda la normativa e ridia centralità ai consorzi di bonifica mettendoli nelle condizioni di gestire al meglio la risorsa idrica».

Durante la sua introduzione, il presidente ha richiamato la sensibilità dei presenti sul paradosso del nord-ovest Sardegna dove, a fronte di una fortissima crisi idrica, esiste un impianto di depurazione e riutilizzo delle acque reflue, costato circa 12milioni di euro, e mai utilizzato: «Se quell’impianto fosse in funzione, oggi non saremmo qui a parlare di siccità e i consorziati della Nurra non si troverebbero costretti a irrigare a giorni alterni rischiando di perdere tutte le colture orticole. La politica ha il dovere di dare una risposta alle nostre campagne e di restituire alle istituzioni territoriali il governo delle acque». La posizione di Zirattu è stata condivisa dal direttore generale dell’Anbi Massimo Gargano: «Le richieste dell’Anbi Sardegna sono perfettamente in linea con il piano di ammodernamento e rilancio messo in campo a livello nazionale dall’associazione dei consorzi di bonifica. La Sardegna è una delle poche regioni dove la gestione dell’acqua non è affidata ai consorzi e i costi della risorsa, non più competitivi, dimostrano l’inadeguatezza della normativa vigente».

Concetti condivisi da tutti i partecipanti alla tavola rotonda che venerdì pomeriggio, in occasione del convegno sul recupero e riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, si sono dati appuntamento ad Olbia per affrontare il problema della siccità e della gestione delle acque e per trovare delle soluzioni di immediata applicazione. Oltre ai rappresentanti dei Consorzi di bonifica della Sardegna ed al direttore generale dell’Anbi, al tavolo erano presenti il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il presidente della Quinta Commissione regionale Luigi Lotto ed i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria agricole. La chiusura dei lavori è stata affidata all’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, che ha proposto la creazione di un tavolo di confronto permanente, aperto ai portatori di interesse, in cui si affrontino tutti i temi riguardanti il settore: dalle iniziative sull’immediato, legate al contrasto della siccità, passando per quelle di più ampio respiro, da mettere in campo anche alla luce del reperimento di nuove risorse.

Nella foto: l'assessore regionale Pier Luigi Caria
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