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Antonio Sini 19 luglio 2017
Focus group ad Alghero contro la legge urbanistica
Un muro contro Pigliaru & company, una chiusura totale verso una proposta di legge, «contraria gli interessi dei sardi», è stato detto durante un incontro in Piazza Pino Piras, ad Alghero


ALGHERO - Focus Group in Piazza Pino Piras ad Alghero. C’erano tutte le associazioni ambientaliste, dalla Consulta regionale ambiente e territorio, al Codacons, a Federparchi, da Grig a Medici per l’ambiente, da Italia Nostra a Lipu ed a Wwf, con il delegato regionale del Wwf Carmelo Spada in veste di moderatore. La Legge urbanistica, attualmente al vaglio della Regione autonoma della Sardegna ha avuto la forza di “unire”, ancora, le associazioni ambientaliste, più che mai determinate a dar battaglia e si sono ritrovate ad Alghero per mandare un segnale inequivocabile alla Giunta regionale.

In apertura di serata, l’attenzione è stata catalizzata dall’intervento del vescovo della Diocesi di Alghero-Bosa Mauro Maria Morfino. Un lucidissimo excursus sull’enciclica papale “Laudado si", e ha dato contezza che anche la Chiesa è in prima fila a denunciare le violenze che il territorio subisce. E più che un segnale, c’è stata la percezione che gli ambientalisti, tutti, abbiano eretto contro Pigliaru & C., un muro, una chiusura totale verso una proposta di legge, «contraria gli interessi dei sardi». Una legge che nei suoi 113 articoli agita e non poco le associazioni, che non vedono di buon occhio la possibilità di intervenire nella fascia dei 300metri dal mare, attraverso un cavallo di Troia che è l'ampliamento delle strutture ricettive. Per loro, un incremento volumetrico del 25percento.

E le associazioni hanno smantellato la legge della Giunta regionale «per il governo del territorio», denunciando incongruità, e soprattutto evidenziando che sotto l’ombrello tanto decantato, della destagionalizzazione del turismo, il legislatore ha previsto la possibilità di offrire nuovi servizi per rendere più competitive le strutture ricettive isolane, anche attraverso strutture e corpi separate da quella principale. Un cavallo di Troia, dove per adeguare le strutture vetuste, si prevedono aumenti di cubatura assolutamente ingiustificati, nella fascia tutelata dei 300metri dal mare, sconfinando persino a pochi passi, laddove presenti. Per esempio, la costruzione di una Spa 0 una palestra,o altri servizi, si potrebbero costruire staccate dal corpo principale. E Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico, ha messo in evidenza, in apertura di serata, come la destagionalizzazione turistica non passi attraverso aumenti di cubatura, ma deve passare attraverso piani che colleghino la Sardegna al resto dell’Italia e del mondo. «Non un turista in più arriverà in Sardegna con metri cubi di cemento in più sulle coste», ha affermato.

E tutti i convenuti hanno attaccato senza mezze misura il contenuto dell’articolo 27 della legge, vedendo senza dubbi che si tratta di elargizioni di favori verso lobby che in Sardegna hanno grossi interessi immobiliari, senza che i sardi ne traggano vantaggi, anzi danneggiati dal fatto che si potrà svendere territorio in cambio di niente. Se si vogliono ristrutturare e adeguare gli alberghi a nuove esigenze, lo si faccia (è stato affermato) intervenendo sugli immobili e sulle cubature già esistenti. E l’intervento dell’avvocato Daniele Solinas del Codacons ha lasciato intendere che la battaglia è solo all’inizio, perché la legge verrà impugnata, perché contiene elementi inequivocabili di illegittimità. E’ guerra aperta, dichiarata senza mezzi termini dagli ambientalisti, e anche questa volta la Legge urbanista regionale potrebbe essere il terreno di uno scontro politico a tutto campo, solo agli inizi e dal risultato finale niente affatto scontato

Nella foto: il direttore generale di Wwf Italia Gaetano Benedetto
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