ALGHERO - Da alcuni giorni ormai
WhatsApp, il sistema di messaggistica istantanea più utilizzato col cellulare è il mezzo preferito per veicolare col semplice sistema della condivisione presunti file "bollenti" con le intercettazioni sul caso Maria Pia [
LEGGI]. In realtà si tratta di frammenti di conversazioni tra gli indagati - Usai, Cuccureddu, Mulas, Balbina, Chessa - artatamente scelti e ricuciti nel tentativo di far emergere qualche responsabilità rilevante, tutta da dimostrare nelle aule di tribunale.
Ciò che però lascia di stucco è l'origine, tutta politica, del tentativo di screditamento in atto. Così la "battaglia" politica al tempo dei
social si combatte nell'anonimato del web, ma le condivisioni lasciano tracce indelebili: sarebbero numerosi, infatti, gli esponenti politici algheresi impegnati e coinvolti nel diffondere le conversazioni del caso-Maria Pia, a cui si aggiungono pochi operatori della comunicazione.
C'è di più. Per qualche ora un
fake, nella giornata di lunedì - un utente non identificabile pubblicamente su
Facebook - "proteggendosi" dietro un profilo falso ha pubblicato decine di pagine di intercettazioni estrapolate dal fascicolo a disposizione di giudici e avvocati. Giusto il tempo d'inondare il social network con nomi e dialoghi personali e ri-sparire nel nulla. Alghero non è nuova a simili atti di sciacallaggio: era l'ottobre del 2016 quando su
Wikipedia, l'enciclopedia virtuale più cliccata, compariva «quel bastardo di Mario Bruno» ad amministrare la città [
LEGGI].
Un episodio ancora impunito, che evidenzia ancora una volta il delirio che imperversa sul web e la scarsa attendibilità del mondo virtuale e
social soprattutto. Sul fatto giudiziario che tiene banco in Riviera del Corallo poi, c'è solo da andare con i piedi di piombo e lasciare che siano le sentenze a decretare eventuali colpevoli: l'ultima volta che ad Alghero una classe politica fu messa alla gogna (era l'ex sindaco Carlo Sechi con numerosi consiglieri comunali) è risaputo come andò a finire: assoluzione piena dopo dieci anni di accuse infondate. Imputati solo parzialmente ripagati dalla sentenza che il giudice non voleva nemmeno pronunciare per intervenuta prescrizione [
LEGGI].