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P.P. 27 giugno 2017
Caso-Maria Pia, sciacalli scatenati
La "battaglia" politica al tempo dei social si combatte nell´anonimato del web e sul telefonino, ma le condivisioni lasciano tracce indelebili: sarebbero numerosi anche gli esponenti politici algheresi impegnati nel diffondere intercettazioni sul caso-Maria Pia


ALGHERO - Da alcuni giorni ormai WhatsApp, il sistema di messaggistica istantanea più utilizzato col cellulare è il mezzo preferito per veicolare col semplice sistema della condivisione presunti file "bollenti" con le intercettazioni sul caso Maria Pia [LEGGI]. In realtà si tratta di frammenti di conversazioni tra gli indagati - Usai, Cuccureddu, Mulas, Balbina, Chessa - artatamente scelti e ricuciti nel tentativo di far emergere qualche responsabilità rilevante, tutta da dimostrare nelle aule di tribunale.

Ciò che però lascia di stucco è l'origine, tutta politica, del tentativo di screditamento in atto. Così la "battaglia" politica al tempo dei social si combatte nell'anonimato del web, ma le condivisioni lasciano tracce indelebili: sarebbero numerosi, infatti, gli esponenti politici algheresi impegnati e coinvolti nel diffondere le conversazioni del caso-Maria Pia, a cui si aggiungono pochi operatori della comunicazione.

C'è di più. Per qualche ora un fake, nella giornata di lunedì - un utente non identificabile pubblicamente su Facebook - "proteggendosi" dietro un profilo falso ha pubblicato decine di pagine di intercettazioni estrapolate dal fascicolo a disposizione di giudici e avvocati. Giusto il tempo d'inondare il social network con nomi e dialoghi personali e ri-sparire nel nulla. Alghero non è nuova a simili atti di sciacallaggio: era l'ottobre del 2016 quando su Wikipedia, l'enciclopedia virtuale più cliccata, compariva «quel bastardo di Mario Bruno» ad amministrare la città [LEGGI].

Un episodio ancora impunito, che evidenzia ancora una volta il delirio che imperversa sul web e la scarsa attendibilità del mondo virtuale e social soprattutto. Sul fatto giudiziario che tiene banco in Riviera del Corallo poi, c'è solo da andare con i piedi di piombo e lasciare che siano le sentenze a decretare eventuali colpevoli: l'ultima volta che ad Alghero una classe politica fu messa alla gogna (era l'ex sindaco Carlo Sechi con numerosi consiglieri comunali) è risaputo come andò a finire: assoluzione piena dopo dieci anni di accuse infondate. Imputati solo parzialmente ripagati dalla sentenza che il giudice non voleva nemmeno pronunciare per intervenuta prescrizione [LEGGI].
17:08
Una targa in memoria dei cinque appartenenti al Corpo degli Agenti di Custodia, barbaramente trucidati nella notte del 18 novembre 1945, durante una rivolta all’interno della Casa di Reclusione di Alghero nel tentativo di impedire l’evasione di massa dei detenuti


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