Si è concluso l’evento dedicato all’Ottocento nella città storica di Alghero. L’associazione “Itinerari nel tempo”, ha scommesso sull’originalità, portando nella Riviera del corallo un evento unico nel suo genere, regalando alla città un pezzo di storia importantissima, legato alla formazione della Repubblica italiana
ALGHERO - Si è concluso ieri (domenica), l’evento dedicato all’Ottocento nella città storica di Alghero. L’associazione “Itinerari nel tempo”, ha scommesso sull’originalità, portando ad Alghero un evento unico nel suo genere, regalando alla città un pezzo di storia importantissima, legato alla formazione della Repubblica italiana. Alghero è diventata teatro di importanti accadimenti, rievocati nelle piazze e nelle torri; è stata trasformata in un museo vivente nel quale respirare la quotidianità dell’epoca storica. Un evento ricchissimo, itinerante, al quale hanno partecipato una trentina di realtà associative diverse, ma tutte unite da un grande amore per la storia e la rievocazione.
L’artefice dell’evento Andrea Sini, presidente dell’associazione, ha commentato così, a conclusione di serata: “Abbiamo fatto un buon lavoro, ci siamo impegnati tutti al massimo e siamo riusciti a ricreare quell’atmosfera magica che viviamo ogni volta che facciamo rievocazione. La città di Alghero ha risposto, siamo felicissimi. Per i complimenti ricevuti e la folla, dobbiamo ritenerci soddisfatti”. Il coraggio, la novità e l’originalità è stata premiata. Tutte le piazze sono diventate teatro di balli, promenade, danze risorgimentali, quadriglie, gran gala. Dame bellissime in abiti d’epoca sfarzosi ed eleganti hanno incantato il pubblico, mentre i signori le conducevano sotto braccio. Non dame e signori qualunque, ma ballerini della scuola “8cento” di Bologna guidati dalla didattica di Alessia Branchi. Un successo a parte per la rievocazione dei Moti frumentari, messi in scena dalla Piccola nuova compagnia di Alghero. La sera del 25 marzo 1821, scoppiò ad Alghero un tumulto popolare: soltanto dopo tre giorni di lutti, sangue e saccheggi ritornò la calma in città. Dopo quasi duecento anni, vengono messi in scena i fatti sanguinosi di quella sera, in una città gremita di turisti, cittadini ed appassionati di storia. Mentre per le piazze si esibivano duellanti che si sfidavano per l’amore contesto della dama amata, per le vie del centro, armeggiavano garibaldini e ribelli. Non stiamo parlando di “figuranti”, ma di personaggi che hanno restituito al pubblico, anche nell’atteggiamento e nel modo di parlare, gli umori le paure di quegli anni.
Anche la musica dell’Ottocento merita una menzione particolare. Al Chiostro di San Francesco, Michelangelo Lentini, con il quartetto Enarmonia, ha suonato con il suo violino Jacobus Stainer del 1650, gentilmente concesso da un collezionista. Lentini, docente di violino nel Conservatorio Canepa di Sassari, ha raccontato l’Ottocento attraverso la musica classica più conosciuta di metà secolo. Rievocazione anche nella letteratura, grazie alle letture interattive del Club di Jane Austen di Villacidro, sezione di Sassari. Il pubblico ha assistito all’interpretazione di alcuni brani tratti dal romanzo “Orgoglio e pregiudizio”. Un momento molto particolare è stato regalato dai Vittoriani itineranti di Cagliari, che hanno evocato uno degli appuntamenti più in voga nell’Ottocento, il “thè del pomeriggio”. Vestiti in abiti di servizio, hanno offerto il thè, spiegando usanze e costumi, e ciò che accadeva solitamente durante il momento conviviale. Sempre dei Vittoriani, la rievocazione del bagno al mare. Al Lido San Giovanni, hanno messo in scena una mattinata al mare nell’Ottocento, sempre e rigorosamente in costume, questa volta, quello tipico per il bagno.
Questi momenti, così come tutti gli eventi all’interno della manifestazione, sono stati immortalati dal Circolo Fotografico “Le Conce”, che ha restituito scatti memorabili. Di contorno, e non meno importanti, i momenti ludici per bambini, con i giochi in Piazza Pino Piras e la conferenza sulla storia del teatro con Massimiliano Fois e le letture di Gian Paolo Piga e dello Spazio-T. Ma l’evento non è stato solo “spettacolare”. Tutta la parte “istituzionale” e “storica” è stata seguita con altrettanto interesse. Ospiti illustri hanno varcato le mura catalane: stiamo parlando dello storico torinese Michele D’Andrea, che ha incantato lo platea raccontando le origini dell’Inno di Mameli, dalla musicalità alle parole, riproducendo fedelmente i fatti e le vicissitudini del periodo che sono dietro alla stesura dell'inno nazionale italiano. Storia, verità, racconti realistici di un’Italia che ancora non si conosce a dovere. Un excursus sulla storia del tricolore, dalla sua prima apparizione fino ai giorni nostri è stato fornito sapientemente da Pietro Compagni, storico toscano ed appassionato di ricerca. Membro dell’associazione “Itinerari nel tempo”, attualmente vive ad Alfonsine, in provincia di Ravenna. Tra gli illustri ospiti, il generale di Divisione Giovanni Domenico Pintus, comandante dell’Esercito in Sardegna.
(Foto del Circolo fotografico “Le conce” di Alghero)
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