«E´ colpa degli appalti e del bilancio armonizzato dello Stato italiano», dichiara l´assessore regionale dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda
CAGLIARI - «Il crollo degli appalti pubblici in Sardegna ha nello Stato italiano disordinato e conflittuale l'unico responsabile ed è la conseguenza diretta di due cose. Prima di tutto del nuovo Codice degli appalti, che di fatto ha bloccato tutto e poi del Bilancio armonizzato a cui ci hanno costretto e che, come molti presidenti di Regione stanno denunciando e fra gli ultimi la Serracchiani, è un nemico assoluto degli investimenti». Questo il pensiero dell'assessore regionale dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda.
«Per fare banali manutenzioni lo Stato impiega anni, e ad aggravare ulteriormente la situazione è l’assurda tendenza alle fusioni, al neocentralismo affetto da megalismo: una centralizzazione che blocca qualunque processo nelle periferie, come ha ampiamente dimostrato la fusione fra Anas e Rfi. La Giunta ha messo in campo sin dall’inizio quegli interventi pubblici oggi sollecitati dalla Cna con il mutuo infrastrutture e con una serie di bandi e iniziative: ma, ripeto, i nostri sforzi rischiano di essere inutili e di venire vanificati quando si scontrano con regole e burocrazia statali che bloccano tutto», conclude Maninchedda.
Nella foto: l'assessore regionale Paolo Maninchedda
Commenti