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Red 24 maggio 2017
Incidente aereo: esercitazione in mare
Aereo finisce il carburante e cade in mare: undici superstiti, dieci morti e settantaquattro dispersi: per fortuna era solo un’esercitazione complessa di soccorso ad aeromobile incidentato in mare a Olbia


OLBIA - Si è tenuta martedì nelle acque antistanti l’aeroporto costiero di Olbia, un’esercitazione complessa di soccorso ad aeromobile incidentato in mare. L’esercitazione di Sar Aereo diurna “Airsubsarex Olbia 2017” si inquadra nelle periodiche attività esercitative di soccorso in mare svolte dal Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera ed è finalizzata alla verifica delle fasi 1 (“di ricezione e valorizzazione degli allarmi”), 2 (“di risposta iniziale”) e 3 (“di gestione della crisi”) dei soccorsi di cui al “Piano di emergenza per il soccorso ad aeromobile incidentato in mare, Ed. 2013” della Direzione Marittima di Olbia.

Tra i principali obiettivi: accertare l’efficienza operativa dell’Organizzazione Sar marittima in operazioni di ricerca e soccorso in mare; provare la validità del “Piano di emergenza per il soccorso ad aeromobile incidentato in mare”; verificare la capacità di collaborazione sul teatro di operazioni tra equipaggi marittimi di Enti/Forze diverse; verificare la sinergia tra le Amministrazioni e gli Enti coinvolti nella gestione della crisi; verificare l’interfaccia mare/terra dei soccorsi. Il comandante di un aereo passeggeri di linea, modello Airbus A321, proveniente dall’aeroporto di Fiumicino e diretto all’aeroporto di Olbia, con a bordo novanta passeggeri e cinque persone d’equipaggio, ha comunicato via radio all’Ente di controllo dello scalo gallurese che, per cause da accertare, è rimasto senza carburante a bordo e che avrebbe tentato un ammaraggio di emergenza. La Torre di controllo ha mantenuto contatto radio e radar sino al momento in cui si interrompono entrambi.

Alle ore 9.20, in attuazione del Piano del 16esimo Maritime rescue sub center di Olbia, la Torre di controllo ha comunicato alla Sala operativa dell’Unità costiera di Guardia di Olbia le informazioni in suo possesso: la situazione avrebbe potuto dare origine ad un “ditching” o ad un “crash” sulla superficie del mare. Il coordinamento delle operazioni è passato, pertanto, immediatamente al 16esimo Maritime rescue sub center di Olbia. La Sala operativa dell’Unità Costiera ha fatto scattare le operazioni di soccorso e ha pianificato e coordinato l’impiego di tutte le risorse aeree e marittime disponibili. In base alle informazioni, l’impatto con la superficie del mare avrebbe potuto avvenire all’interno di una o più “celle” della “gridmap” annessa al Piano, verso cui si sarebbero concentrate ed organizzate le ricerche ed i soccorsi.

Le operazioni sono state coordinate in mare, quale On scene coordinator, dalla motovedetta Cp291, e si sono svolte secondo schemi di ricerca assegnati dall’Autorità coordinatrice. Nel frattempo, si è costituito nel 16esimo Maritime rescue sub center di Olbia lo “staff di crisi”, che rappresenta la struttura organizzativa di supporto all’Autorità marittima responsabile del coordinamento delle operazioni a mare. Le operazioni si sono evolute verso il recupero sistematico di undici superstiti, dieci cadaveri e rottami, che sono stati avviati a terra secondo criteri concordati dall’Autorità marittima con le Autorità locali e di Protezione civile. Al ricevimento dell’allarme, il Comune ha istituito il Centro operativo comunale, presieduto dal sindaco di Olbia, mentre la Prefettura di Sassari ha ordinato la costituzione del Centro di coordinamento dei soccorsi.

Vicino alla zona di operazioni, in un punto prescelto dalle competenti Autorità di Protezione civile, è stato allestito un presidio di pronto soccorso per il “triage” e le altre pratiche sanitarie relative alle persone recuperate ed ai cadaveri, gestendone così l’avvio verso ospedali e camere mortuarie. Inoltre, sono state organizzate tutte le altre funzioni correlate all’esigenza come la prima accoglienza, vigilanza all’ingresso della “zona sterile”, tenuta dei rapporti con la stampa, l’Autorità giudiziaria, i parenti dei passeggeri, ecc. I naufraghi recuperati sono stati imbarcati sbarcati: dalle unità navali, nel punto di sbarco prescelto dalle competenti Autorità (nel Molo Bonaria nel porto di Olbia); a terra sarà allestito, altresì, un “punto di raccolta mezzi” ed un “Posto medico avanzato”; dai mezzi aerei, direttamente presso l’eliporto dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. La Capitaneria di porto di Olbia ha regolato il traffico marittimo in porto; la cinturazione della zona a terra per ragioni di sicurezza è stata effettuata dalle Forze di Polizia indicate dalla Prefettura (temporanea deviazione o il blocco del traffico automobilistico da / per il punto di sbarco; stazionamento ambulanze; staffette per le stesse, ecc.). L’addestramento si è concluso alle 13.30.


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