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Nuoro NewsnotiziealgheroOpinioniElezioniIl Pd si accorge del problema a babbu mortu
Francesco Carboni 29 aprile 2017
L'opinione di Francesco Carboni
Il Pd si accorge del problema a babbu mortu


Il Pd regionale si è accorto che esiste il problema Alghero. A “babbu mortu”, come si dice in Sardegna per significare quando tutto è perso.
Peraltro, pare che se ne siano accorti soltanto i due candidati alla segreteria regionale giacché il gruppo dirigente regionale, politico ed istituzionale, ha sempre ignorato la questione, più volte sollevata, pur avendo sostenuto visibilmente (Lotti e Pigliaru) la campagna elettorale di Mario Bruno. L’appello dei candidati Sanna e Cucca è evidentemente sostenuto dal loro contingente interesse elettorale e dalla preoccupazione per il risvolto negativo che conseguirà in Alghero, per il secondo turno delle primarie, dalla decisione di non parteciparvi espressa da quella parte del Pd che ha sostenuto la candidatura di Mario Bruno.

Avrebbero dovuto farlo, andando a ritroso nel tempo di due anni, quando è stata data notizia della farsesca negazione del voto espressa dal consigliere Fadda appartenente al gruppo che sostiene il sindaco, quando è stato negato il tesseramento ad oltre cento persone, quando il gruppo consiliare del Pd ha ospitato, nella sede che li ospita, i gruppi di opposizione di centro destra in consiglio comunale e soprattutto quando il partito, divisosi dopo la sciagurata decisione di alcuni dirigenti locali di opposi alla candidatura di Mario Bruno con un’alchimia regolamentare, ha perso la metà dei voti non riuscendo ad arrivare neppure al ballottaggio. Ebbene quei dirigenti continuano ad imperversare senza alcun cenno da parte dei candidati alla segreteria regionale sulle questioni, seppure rilevanti.

Io ho comunicato al segretario cittadino che non avrei partecipato alla prima fase definita, a mio giudizio impropriamente, congressuale: infatti si è trattato di una mera conta elettorale, senza dibattito, come peraltro è avvenuto in gran parte di circoli, soprattutto nei piccoli centri, ove i congressi sono stati “celebrati” con la presenza di ”uno”, “due”, al massimo “otto” votanti: segno distintivo, purtroppo, di un partito che non parla ormai neppure ai propri iscritti. In ragione di questa condizione trovo inutile esprimere il voto al secondo turno delle primarie “aperte” che, per fortuna, chiudono un mese di vuoto di proposte politiche, di mera conta elettorale con la re-incoronazione, annunciata, del segretario-presidente del consiglio dei ministri pur dopo la sua disastrosa sconfitta nella consultazione referendaria sulla così detta riforma costituzionale, assolutamente ignorata nel successivo dibattito ad ogni livello di partito.

La candidatura di Orlando non varrà a fare mutare verso al Partito Democratico giacché con Renzi ha irrimediabilmente mutato verso essendosi geneticamente modificato nel partito che il “capo” ha collocato al ”centro” con le proposte di legge sul job act, sulla buona scuola e con gli altri miracoli del suo governo, con il conseguente abbandono da parte di milioni di elettori che, ormai, possono essere riportati alla fiducia nel centro sinistra solo da altre formazioni politiche quali Mdp e Campo Progressista.

*già deputato della Repubblica
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