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Red 15 febbraio 2017
Fauna Selvatica: Coldiretti chiama la Regione
«Subito un incontro e misure organiche di contrasto». Queste le richieste che Coldiretti Oristano ha comunicato per iscritto all´assessore regionale della Difesa dell´Ambiente Donatella Spano ed alla Commissione regionale Ambiente


ORISTANO - Un incontro urgente per rivedere in modo organico la gestione della fauna selvatica all’interno di un piano complessivo. E’ la richiesta che, in una nota, Giovanni Murru e Giuseppe Casu, presidente e direttore Coldiretti Oristano hanno inoltrato all’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Donatella Spano ed alla Commissione regionale Ambiente. Nelle campagne e negli stagni oristanesi si registra ancora una situazione di estrema pressione da parte di varie specie di animali nocivi che stanno minando il lavoro e la produttività dei campi e dei compendi ittici. Coldiretti, come fa da tempo, denuncia ancora una evidente alterazione nell’equilibrio fondante tra ambiente ed attività produttive.

Tra le proposte, Coldiretti spiega come sia fondamentale censire e zonizzare le varie specie nocive presenti, come cinghiali e cornacchia grigia. E’ indispensabile addivenire ad una statistica sulla presenza di cornacchie e cinghiali così da agire nelle zone maggiormente sotto pressione. Inoltre, riguardo la cornacchia, occorre migliorare il piano di contenimento esistente. Il piano vigente, infatti, presenta alcuni limiti evidenti: un numero di animali contenibili insufficiente (18.900 unità nell’intero territorio regionale, di cui 2mila nella provincia di Oristano), sganciato da qualsiasi censimento; la equiparazione del contingente tra province, ignorando la vocazione orticola di aree, che necessitano interventi più incisivi, peraltro con le Amministrazioni provinciali passate da 8 a 4; le modalità di contenimento (60percento attraverso gabbia, il 40percento con arma da fuoco) troppo sbilanciata verso le gabbie, aspetto valido in una situazione ordinaria ma, non in una emergenziale, come quella che si registra ad Oristano. Per i cormorani, ci si attende di poter recuperare i due mesi perduti a tutela del reddito ed attività dei pescatori. Attivare, inoltre, una semplificazione delle procedure di attuazione del Piano, per valorizzare ulteriormente la attività di deterrenza dello strumento, con l’obiettivo non di decimare, ma allontanare gli animali dalle zone più pescose. E’ essenziale, infine, avviare attività di contenimento organiche per nutrie e cinghiali. In merito a tali azioni, va inoltre previsto un congruo risarcimento per i tanti coadiutori volontari che prestano la loro opera.

Per Coldiretti è anche fondamentale mettere in campo azioni preventive, tuttavia, nel momento in cui si verificano dei danni, è prioritario che Regione e Provincia intervengano con risorse congrue e tempestive. Tale aspetto è ancora più necessario per quelle specie che difficilmente possono esser oggetto di piani di contenimento. «Le tante questioni appena evidenziate – sottolineano Murru e Casu – rendono essenziale un urgente incontro con le Istituzioni regionali per programmare una azione organica di contrasto, strutturata nel tempo e frutto di un lavoro collettivo, basato su dati e censimenti delle varie specie. Il tema della fauna selvatica, come già più volte sottolineato in passato ed anche nella manifestazione del primo febbraio a Cagliari- concludono Murru e Casu - va affrontato in modo risolutivo. L’agricoltura può diventare volano di sviluppo per l’economia dei nostri territori, a patto che le varie criticità siano affrontate in modo serio: sulla questione fauna selvatica, come su tante altre vertenze non risolte, è il momento di passare dalle parole ai fatti. In assenza di atti concreti, passeremo ad azioni mobilitative ancora più pesanti».
27/3/2024
Una buona notizia che arriva dopo le recenti segnalazioni da parte di Anbi Sardegna, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale e di Coldiretti Sardegna che avevano denunciato lo sversamento a mare dell’acqua del Tirso, diga che aveva superato il limite di guardia, con il conseguente spreco della preziosa risorsa


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