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Mariangela Pala 3 febbraio 2017
Asinara: «Il parco ha bisogno di un piano di marketing»
Gianni Russo, presidente del Consorzio Golfo dell’Asinara, organismo aderente a Confcommercio che raggruppa gli operatori locali della ricettività e dei servizi, valuta con apprensione la condizione di stallo in cui versa il Parco dell’isola


PORTO TORRES - «A parte i problemi gestionali - tra cui le lungaggini nella nomina del nuovo presidente e il palleggio delle responsabilità - il Parco non ha ancora svolto con efficacia quella funzione di impulso economico e di richiamo turistico in cui molti speravano». Così Gianni Russo, presidente del Consorzio Golfo dell’Asinara, organismo aderente a Confcommercio che raggruppa gli operatori locali della ricettività e dei servizi, valuta con apprensione la condizione di stallo in cui versa il Parco dell’isola. Data la recessione in cui versa l’economia dell’area nord ovest, Russo vede nell’Asinara un valore aggiunto e una risorsa fondamentale per dare fiato alle attività del territorio. «L’isola può diventare un fattore unificante d’immagine, esercitando un’attrazione a vasto raggio ben oltre i limiti imposti dalla stagionalità della nostra offerta».

Queste considerazioni dell’esponente di Confcommercio nascono anche a seguito delle criticità emerse durante la riunione del consiglio comunale di Porto Torres, nella recente seduta che si è svolta nell’ex ospedale di Cala Reale.« Si tratta per lo più di problemi infrastrutturali, quali l’illuminazione, il sistema idrico, il servizio medico e i trasporti». Russo ritiene che a questi si vada ad aggiungere la carenza di interventi volti a valorizzare e promuovere l’Asinara nel mercato turistico. «Fermo restando che per sfruttare appieno il richiamo dell’isola e farne un “marchio” qualificante per tutto il territorio contiguo bisogna renderla davvero accogliente e fruibile».

Il presidente del Consorzio Golfo dell’Asinara esprime la sua perplessità sull’assenza di coordinamento, «di una visione complessiva e di un progetto comune fra tutte le componenti pubbliche e private interessate a dare slancio e produttività alla risorsa Parco. Ed è finora mancato il coinvolgimento del mondo imprenditoriale nelle politiche di programmazione della risorsa. Sta di fatto che a vent’anni dalla sua istituzione il Parco non è mai decollato». Il confronto con le altre realtà dimostrano come l’isola sia povera di progetti.

Lo dimostrano i dati relativi alle presenze turistiche, ossia al numero dei pernottamenti in altri Parchi nazionali a forte connotazione marina: Parco dell’Arcipelago Toscano, due milioni e ottocentomila presenze; Gargano (Puglia): due milioni di presenze; Parco delle Cinque Terre (Liguria): 250 mila presenze (cui si vanno ad aggiungere due milioni e mezzo di visitatori l’anno). Anche il Parco dell’Arcipelago della Maddalena ha numeri rilevanti da esibire, dato che conta in media circa 200 mila pernottamenti all’anno più un afflusso imprecisato ma sicuramente notevole di visitatori giornalieri, molti dei quali indotti dalla diportistica della vicina Costa Smeralda.

I numeri del parco dell’Asinara, al confronto, sono poco rilevanti: si tratta di circa 110 mila visitatori all’anno, una media di appena 280 al giorno, «mentre di presenze turistiche vere e proprie, ossia di pernottamenti, non è il caso di parlarne. E se si chiede agli albergatori dell’area del Golfo quante presenze aggiuntive hanno acquisito negli anni in virtù della vicinanza del Parco, le risposte sono a dir poco sconfortanti. Non basta infatti, - sostiene Russo - istituire un Parco perché questo funzioni: il Parco bisogna ‘farlo’ e renderlo godibile e fruibile». In altri termini «occorre farlo funzionare davvero su due versanti: quello della protezione della natura, del paesaggio e della cultura locali e quello, non meno importante, della promozione dello sviluppo economico delle attività che si sviluppano attorno. La sfida consiste nel rendere non solo compatibili ma sinergici tra loro i due tipi di obiettivi enunciati».

E’ quindi, secondo Russo, il momento di attivare un piano di marketing secondo criteri manageriali per la promozione economica del Parco. L’esponente della Confcommercio ritiene che si debba cominciare con l’analisi dei punti di forza e di debolezza per delineare una mappa delle potenzialità in termini di fruibilità del Parco e di attrattività turistica. A ciò dovrebbe far seguito l’elaborazione e condivisione delle azioni e degli obiettivi da perseguire di tipo qualitativo e quantitativo. «Va da sé che tutte le risorse attualmente disponibili per migliorare la fruibilità del Parco vanno utilizzate con la massima tempestività. In tale ottica, occorre unire le forze anche per accedere agli incentivi comunitari -sottolinea - per l’ambiente nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale, volti a migliorare la competitività e la capacità di attrazione delle destinazioni turistiche attraverso azioni di promozione e dell'offerta integrata di risorse culturali e naturali».


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