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Red 23 dicembre 2016
Sassari rilegge la sua storia
Inaugurata mercoledì, nelle sale della Biblioteca universitaria, la mostra “Thappe. Mappe e vedute di un recente passato”. Una sezione speciale è stata riservata al gioco “Le passeggiate enigmistiche” in memoria di Enrico Costa


SASSARI – Dalla visione di un centro urbano seicentesco ancora inglobato nella cortina muraria alle mappe ed ai piani regolatori di una Sassari che pian piano si trasforma e si estende verso l’agro: nella mostra “Thappe. Mappe e vedute di un recente passato” c’è la storia della città così come si è evoluta negli ultimi secoli, un percorso che mostra il progredire dell’abitato e dei palazzi istituzionali attraverso i progetti via via realizzati e quelli che non vedranno mai la luce. L’interessante esposizione ideata e promossa dal Circolo Culturale Aristeo è stata inaugurata mercoledì, negli splendidi ambienti della Biblioteca universitaria di Piazza Fiume, dove resterà fino a giovedì 12 gennaio, ad ingresso libero.

Ad aprire i lavori è stata la direttrice della Biblioteca Universitaria Viviana Tarasconi, che ha rimarcato l’importanza della mostra come il risultato dell’incontro di fondi pubblici e privati: «Sono quello della Biblioteca stessa e quello dell’Archivio storico del Comune di Sassari – ha spiegato Tarasconi – unitamente all’importante raccolta di immagini e cartoline provenienti da collezioni private e dal fondo del circolo culturale Aristeo, che ha organizzato l’iniziativa patrocinata dalla Regione Sardegna. Sono materiali di grande e distinto rilievo ma riconducibili armonicamente ad una visione complessa e coerente di Sassari». È stata la responsabile di Aristeo Simonetta Castia a spiegare il significato del titolo della mostra “Thappe”, nato dalla fusione di due parole: “Thatari”, il nome antico della città, e “mappe”, alle quali è dedicata la sezione iniziale del percorso espositivo. «I due termini fusi insieme creano un neologismo che da un lato ci restituisce l’immaginario della città vista da pose fisse e statiche – ha affermato Castia – dall’altra ci dà l’idea di un lungo percorso di evoluzione restituito non solo dalla cartografia ma anche da un corpus di immagini, inserite in un contesto di auto-identificazione collettiva e di grande valore documentale, costituito dalle immagini fotografiche e dalle cartoline».

Insomma, un grande omaggio alla storia della città in occasione del settecentesimo anniversario degli Statuti sassaresi, progettato ed allestito da Castia e Stefano Serio con la collaborazione scientifica di Paolo Cau (testi di Stefania Bagella, Simonetta Castia, Paolo Cau e Giuseppe Zichi). Il percorso è suddiviso e articolato in quattro macro-aree, esplicate nei quattordici pannelli espositivi presenti nella sala principale: le mappe e le carte, a seguire quella dei panorami e delle vedute mentre la terza e la quarta sono dedicate rispettivamente al verde pubblico e alle cartoline. Nelle teche alloggiate nell’emiciclo, scopriamo invece documenti originali di elevato valore storico, partendo dal primo, che riguarda le Appendici, passando per il progetto di sistemazione di Piazza d’Italia (1863) e dell’antico palco della musica, della realizzazione della caserma di Piazza Castello, che va sovrapporsi all’area dell’abbattuto Castello aragonese. Troviamo infine il piano di ampliamento del Fosso della Noce del 1915 ed il prospetto di edificazione di Piazza Littorio. A cadenzare l’intero percorso, le fotografie d’epoca e le cartoline, altri documenti di straordinaria importanza perché restituiscono il rapporto con il vissuto della città.

«Sono più di 2mila, quasi 3mila, le piante e le mappe e i rilievi cartografici che con pazienza stiamo elaborando da dieci anni – ha detto Paolo Cau, direttore dell’Archivio storico del Comune di Sassari – Per questa occasione abbiamo scelto alcune delle rappresentazioni più significative». Però, la mostra non è solo una successione di carte e di vedute, ma è anche un omaggio a quello che è il cantore della città o “genius loci”, la figura emblematica di Enrico Costa, testimone silente delle attività che Aristeo ha sempre svolto dal 2003 ad oggi, attraversando anche il centenario della sua morte. Trovano spazio nella mostra una significativa selezione di carte e oggetti appartenenti al fondo Costa, custodito presso la Biblioteca Universitaria, e un refresh dell’installazione “Siam le strade, siam le piazze” inscenata nel 2015 proprio in Piazza Fiume.

Merita una particolare ribalta l’approfondimento dedicato a “Le Passeggiate enigmistiche”, la sezione speciale riservata all’iniziativa editoriale attuata in via sperimentale in occasione della mostra, ispirata alla Settimana Enigmistica del cavaliere del Lavoro Giorgio Sisini, che la fondò il 23 gennaio 1932. Si tratta di un gioco a tematica storica dal quale è nato un volume impreziosito da parole crociate, vignette, rebus e cruciverba disegnati da Jacopo Scassellati, le cui definizioni si rifanno alla storia della città. Anche la copertina porta il volto di Costa rielaborato da Claudia Catta, ad imitazione del primo numero di parole incrociate del settimanale austriaco “Das Rätsel” del 1925, dove campeggiava il volto di un uomo col cappello curiosamente ricollegabile all'inconfondibile silhouette del Costa. Alla stesura ed alla realizzazione del prodotto, ideato dal Circolo Aristeo e dalla casa editrice Mediando, hanno collaborato Simonetta Castia, Stefano Serio e Stefania Bagella. Significativo l’invito dell’assessore comunale alla Cultura Raffaella Sau: «La mostra è un’occasione imperdibile per visionare documenti rari e introvabili, e inoltre per approfondire ancora di più, attraverso la cartografia e le eccezionali immagini offerte da fotografie e cartoline di cui disponiamo, la conoscenza della nostra città».
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