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Red 22 novembre 2016
Abusivismo, bruciati quasi tre miliardi nell´isola
Secondo Confcommercio, il 66% delle imprese è danneggiato dall´acquisto illegale e i settori più colpiti sono quelli dell´abbigliamento, delle calzature e dei prodotti alimentari


CAGLIARI - Il fatturato dell'abusivismo nelle attività commerciali, turistiche e dei servizi - esclusa l'evasione fiscale - è stimabile in Sardegna tra i 2,8 e i 4,3 miliardi di euro. Lo rileva la Confcommercio nella Giornata nazionale contro il sommerso e la contraffazione "Legalità, mi piace!". Confcommercio Sardegna chiama a raccolta le istituzioni nazionali e la Regione, oltre che i cittadini per avere maggiore consapevolezza dei fenomeni illegali, che arrecano danni non solo all’economia isolana ed all’Erario, ma anche alla sicurezza e salute dei cittadini e consumatori.

In particolare Confcommercio Sardegna chiede: ai Prefetti, la convocazione del “Tavolo del Commercio legale e trasparente” per individuare in ciascuno dei settori segnalati, una capillare vigilanza sulla regolarità delle attività economiche; e alla Regione, l’armonizzazione delle normative nazionali e regionali, affinchè l’esercizio abusivo delle attività commerciali, turistiche e dei servizi non trovi alibi nelle maglie larghe delle variegate competenze e venga tempestivamente individuato e perseguito.

Circoli privati che svolgono attività di pubblico esercizio, sagre e quant'altro con attività di vendita non sempre regolare, eccessi di alcuni agriturismo, proliferazione di strutture ricettive abusive e commercio illegale di abbigliamento ed accessori: sono solo alcuni degli esempi nell'Isola, a cui si aggiungono casi di panificazione e macellazione clandestina, di intermediazione immobiliare non autorizzata e di contrassegni assicurativi falsi.

Secondo Confcommercio, il 66% delle imprese è danneggiato dall'acquisto illegale e i settori più colpiti sono quelli dell'abbigliamento, delle calzature e dei prodotti alimentari. Sale invece al 68% la percentuale dei commercianti al dettaglio che dichiarano di aver subito episodi di taccheggio, soprattutto ad opera di donne di età compresa tra i 35 e i 64 anni, spesso madri di famiglia, ma sono in aumenta anche le segnalazioni di furti di merce da parte di extracomunitari (12,4%).

Per il presidente regionale dell'associazione, Alberto Bertolotti, «questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale determinando la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro. Sono pratiche che colpiscono la tutela dei consumatori, la salute e la sicurezza pubblica, causando un danno d'immagine all'intero Paese».
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