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Red 18 novembre 2016
Parco Geominerario: ok alla riforma
Consenso di sindaci ed associazioni alla riforma varata. «Nuovo corso dopo la decennale gestione commissariale», dichiara l´assessore regionale dell´Industria Maria Grazia Piras


CAGLIARI - Inizia oggi (venerdì), la nuova vita del Parco Geominerario della Sardegna. Questa mattina, l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, il capo di Gabinetto della presidenza Filippo Spanu, il delegato del presidente per la riforma del Parco Tore Cherchi, la direttrice generale della direzione Protezione della natura e del mare del Ministero dell’Ambiente Maria Carmela Giarratano ed il commissario Gianni Pilia hanno discusso con l’assemblea dei sindaci dei Comuni che detengono le quote del Parco, l’applicazione dei contenuti del decreto di riforma recentemente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale con l’obiettivo di dare al parco piena e celere operatività. I contenuti della riforma riguardano: l’organo direttivo di gestione, ora è possibile la partecipazione diretta dei sindaci e delle associazioni, prima precluse; la zonizzazione del territorio dei Comuni distinguendo fra aree rilevanti sottoposte a uno specifico e rigoroso regime di tutela e aree non rilevanti sulle quali i controlli sono drasticamente semplificati con conseguente sgravio burocratico; la possibilità di riconvertire il patrimonio anche per attività produttrici di reddito nel rispetto del piano paesaggistico; la semplificazione della gestione.

I sindaci sono intervenuti numerosi anche nel dibattito affermando la condivisione piena della riforma e anche la volontà di impegnarsi direttamente per sviluppare tutte le potenzialità del Parco. Nel nuovo Parco, i primi cittadini potranno eleggere tre rappresentanti a cui si aggiungerà un quarto sindaco di nomina regionale, a garanzia dell’equilibrio nella rappresentanza degli 81 Comuni interessati. Le elezioni si terranno giovedì 1 dicembre, quindi la fase operativa partirà in tempi rapidi. «Una riforma importante – commenta Piras – con cui si chiude un periodo di commissariamento lungo e una gestione anomala. Il Parco rinascerà con una forte impronta scientifica e con una giusta rappresentanza di sindaci e associazioni. La Regione rimane strettamente impegnata nel Parco assicurando le risorse per la fruibilità dei siti, ad esempio per la trasformazione dei siti minerari in siti turistici e con Igea che continuerà ad occuparsi della manutenzione delle miniere. Ora si lavorerà per ricostituire una governance, riscrivere lo Statuto e dare impulso verso il nuovo corso». Tre le chiavi del nuovo iter, che segna la fine definitiva del commissariamento iniziato nel 2007: semplificazione burocratica, massima rappresentanza dei territori e motore di sviluppo.

Il capo di Gabinetto Filippo Spanu ha sottolineato l’importanza del lavoro fatto e ha ribadito la volontà della Giunta di applicare anche nelle zone interne le buone pratiche di coordinamento delle strutture regionali messe in campo per la riforma del Pgm e per lo sblocco del Piano Sulcis. La più rilevante novità della riforma riguarda la netta differenziazione dei luoghi effettivamente sotto tutela da quelli in cui non si è mai svolta attività mineraria. Fino ad oggi, infatti, per qualsiasi intervento, a prescindere dalla località, era necessario richiedere l’autorizzazione al Parco. Da questo momento le verifiche sono fatte preventivamente, e le zone non interessate da vincoli saranno esonerate da questo passaggio burocratico. Successivamente alla riunione con i sindaci, si è tenuta la riunione con le Associazioni dalle quali è venuta la conferma del giudizio positivo sulla riforma con un invito molto pressante di Lega Ambiente, Italia Nostra, Consulta ed altre associazioni ad agire con determinazione, perché il Parco corrisponda ai suoi compiti. «Questa riforma vuole dare una spinta allo sviluppo – ha detto Cherchi – attraverso un nuovo modo di intendere il Parco, da struttura esclusivamente dedicata alla tutela a motore di crescita economica. Sarà possibile, ad esempio, nel rispetto della morfologia originaria dei luoghi, proporre un cambio di destinazione d’uso per trasformare le strutture in fonte di reddito». In tal senso si è espressa anche la rappresentante del Ministero dell’Ambiente Giarratano, che si è augurata che questo atto dia un impulso al rilancio delle attività proprie di un territorio ricco di potenzialità, per beni culturali e patrimonio minerario, straordinario ed esclusivo.


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