Li ha stanziati la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e saranno assegnati all’Azienda ospedaliera Brotzu come capofila per l’attuazione del progetto formativo
CAGLIARI - Due milioni e mezzo per il Programma di riqualificazione e certificazione di competenze del sistema dell’Emergenza-Urgenza della Regione Sardegna: li ha stanziati la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e saranno assegnati all’Azienda ospedaliera Brotzu come capofila per l’attuazione del progetto formativo. Un’analisi del sistema territoriale e ospedaliero, effettuata dal Comitato Sanitario Regionale per l’Emergenza-Urgenza, ha confermato in Sardegna quanto riscontrato a livello nazionale: inadeguatezza dei requisiti strutturali e organizzativi della rete e carenza di competenze specifiche degli operatori attualmente impegnati nel sistema.
La medicina di emergenza urgenza, si legge nella delibera, costituisce un settore particolarmente complesso, nel cui ambito lo specialista è chiamato a occuparsi trasversalmente di una serie di temi clinici abitualmente di pertinenza di più specializzazioni medico-chirurgiche, e nel quale il processo decisionale si realizza spesso in condizioni di contesto critiche, in situazioni rese ancora più complesse da variabili di ambito non sanitario dove il fattore tempo condiziona in modo determinante le decisioni e un errore, o anche solo un ritardo, può incidere negativamente - talvolta in modo irreversibile - sull’esito dell’intervento. Gran parte dei medici che operano nelle postazioni di soccorso avanzato ha un’età compresa tra i 50 e i 65 anni, parecchi professionisti sono nella stessa posizioni di servizio sin dall’avvio del 118, segno di una limitata dinamicità del sistema con limitata possibilità di rotazione degli incarichi nei diversi servizi di emergenza-urgenza.
La formazione specifica vedrà l’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari quale azienda capofila. Il programma si propone di rendere omogenee le competenze di assistenza e cura degli operatori impegnati nella emergenza-urgenza, sia in ambito extraospedaliero che ospedaliero, nella regione; il miglioramento dell'efficacia e della performance dei team nel trattare le patologie in emergenza, indirizzandole rapidamente verso percorsi corretti sia in ambito extraospedaliero che ospedaliero; il miglioramento nella qualità dell'assistenza e della cura del cittadino, attraverso una cultura di valutazione degli esiti dell’intervento sanitario, che tende verso uno standard ottimale condiviso e diffuso su tutto il territorio regionale; la riduzione dell’accesso inappropriato al pronto soccorso e ai servizi e reparti ospedalieri.
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