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Nuoro NewsnotiziesardegnaPoliticaRegione › Pigliaru a Bologna con Prodi e Cassese
S.A. 1 ottobre 2016
Pigliaru a Bologna con Prodi e Cassese
«Istruzione e qualità istituzionale per la crescita del Mezzogiorno», ha dichiarato il presidente della Regione Autonoma della Sardegna, a proposito del divario Nord-Sud


CAGLIARI - Il divario Nord-Sud è il tema affrontato, ieri (venerdì), a Bologna, nel dialogo sulle “Lezioni di meridionalismo” riunite da Sabino Cassese in una raccolta di saggi che fa il punto sull'attualità delle differenze alla luce del percorso storico. Nella Sala del centro studi Nomisma, organizzatore dell'iniziativa, si sono confrontati alla presenza dell'autore il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru ed il presidente della Fondazione Cooperazione tra i Popoli Romano Prodi, insieme a Concetta Rau (responsabile Area Industria ed Assistenza alla Pubblica amministrazione di Nomisma) ed Emanuele Felice (Università di Chieti e Pescara), con il coordinamento di Andrea Goldstein (Nomisma).

Tante le difficoltà emerse nell'analisi, che Prodi ha aperto sottolineando come l'unico progetto realmente mobilitante sia l'investimento sui giovani e sulla loro istruzione, che ha definito come il processo certamente più lento, con tempi difficili da conciliare con la politica dei sondaggi, ma come il solo in grado di garantire risultati e portare il cambiamento. Una riflessione, questa, che è stata al centro degli interventi di Francesco Pigliaru, che ha evidenziato l'importanza fondamentale della scuola nelle potenzialità di sviluppo di un territorio. «Per invertire la rotta dobbiamo puntare sul capitale umano», ha detto il presidente della Regione, ricordando come i test Invalsi certifichino in media minori competenze nei ragazzi del Sud rispetto ai coetanei del Nord. «Una situazione inaccettabile. Se ai giovani laureati del nostro meridione costretti a emigrare si offrisse invece la possibilità di lavorare in un progetto come “Teach for America”, con cui negli Stati Uniti i migliori laureati, come primo impiego, insegnano per due anni nelle scuole più povere, sarebbe già un grande risultato. Nello stesso tempo, per restituire fiducia ai cittadini è necessario far crescere il livello qualitativo di tutti i livelli istituzionali, che al Sud è più basso che altrove», ha spiegato Pigliaru, illustrando poi quanto fa la Sardegna per l'istruzione con il progetto Iscol@.

Inoltre, il presidente della Regione si è soffermato sul tema del federalismo fiscale, che «non ha funzionato quanto ci si aspettava. Ciò, perché si è lavorato come se le Regioni formassero un panorama omogeneo - ha chiarito - mentre l'Italia registra i divari regionali più alti nel mondo occidentale e quindi sarebbe stato saggio differenziare, applicando non politiche generiche, ma soluzioni specifiche. Serve un decentramento migliore, in cui lo Stato sia coordinatore e generatore di buone pratiche, accompagnando i singoli percorsi». Infine, Francesco Pigliaru ha spiegato come la caratteristica del caso italiano sia la persistenza del divario, «che aggrava la situazione. Abbiamo bisogno di un Mezzogiorno che sia molto più produttivo e non non c’è più spazio per tentativi. La richiesta che viene fatta alla politica è di conoscere esattamente cosa fare e come agire. Per invertire la rotta degli ultimi decenni bisogna agire a partire dalle fondamenta, riconoscendo le risorse preziose che il Sud ha e sulle quali investire: agroalimentare, nuove tecnologie, turismo. In Sardegna puntiamo su questo».

Nella foto: un momento dell'incontro a Bologna
Commenti
26/3/2024
«Usare la “cerimonia della campanella” per il passaggio di consegne tra il presidente uscente della Regione e quello eletto a me sembra una cosa mortificante». Non usa mezzi termini l´ex presidente Francesco Pigliaru


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