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A.B. 30 luglio 2016
Sanità: patologia renale all’Ospedale Brotzu
Questa settimana, la struttura ospedaliera cagliaritana ha tagliato il traguardo dei 1002 trapianti di rene


CAGLIARI - «La prestazione sportiva di Walter Uccheddu ai Campionati Europei svoltisi in Finlandia, dal 10 al 17 luglio scorsi, sono l’esito esaltante di un lavoro d’equipe che dimostra come anche un trapiantato di rene può tornare alla normale attività agonistica». A sostenerlo, è stato ieri mattina (venerdì), in una conferenza stampa, Mauro Frongia, direttore del Dipartimento Patologia Renale dell’Ospedale Brotzu di Cagliari che questa settimana ha tagliato il traguardo dei 1002 trapianti di rene, compreso quello fatto su Uccheddu ad agosto scorso. Il chirurgo, che nell’incontro con i giornalisti era affiancato da Giuseppe Canu, presidente dell’Asnet, ha ripercorso il programma stilato sul ciclista sardo per dimostrare come il trapianto di rene può consentire al paziente, attraverso una riabilitazione adeguata, di operare un salto di qualità nella vita quotidiana, e nello sport ottenere prestazioni superiori rispetto a quando era in dialisi, come il caso di Walter Uccheddu.

«Questo perché, in dialisi – ha sostenuto Frongia – il paziente presenta nel sangue un valore di emoglobina bassa per cui anche l'ossigenazione del corpo è ridotta e di conseguenza sono ridotte anche le prestazioni sportive. Per questo, un anno fa, a maggio, fummo felicissimi del risultato che Uccheddu ottenne nel velodromo di Montichiari, quando stabilì il record del mondo dell’ora, di ciclismo su pista in una categoria, quella dei dializzati, in cui Uccheddu fu il primo a cimentarsi e il cui record, è stato omologato dalla federazione nazionale di ciclismo. Ora, nei recenti campionati europei, l’essersi aggiudicato la medaglia d’argento su strada, nella categoria dei trapiantati, ci esalta ancora di più nel nostro lavoro di medici e di chirurghi». Nella conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche Uccheddu ed Ugo Storelli, direttore del Dipartimenti Trapianti del Brotzu, è emerso, inoltre che l'attività fisica in dialisi consente al dializzato di ridurre le giornate di dialisi da tre a due.

Ad accompagnare Uccheddu in tutte le sue imprese, a partire dagli Europei di Zagabria del 2012, quando conquistò la medaglia d’oro su strada, riconfermata due anni dopo a Cracovia, al record mondiale dell’ora nel maggio 2015, tutte vittorie come dializzato, fino alla medaglia d’argento a Vantaa, in Finlandia, all’inizio del mese in corso, è stato Canu, presidente ed accompagnatore del Forum Sport Italia, la nazionale italiana dei dializzati e trapiantati. «Nostro compito – ha detto Canu – è quello di restituire le motivazioni per riprendere una vita normale che, per Walter, ad esempio, vuol dire allenarsi in bicicletta tutte le mattine come fosse un professionista. Per questo è nato il Forum Italia, per questo, anche con grandi sacrifici, partecipiamo, con la nostra nazionale, a tutti gli avvenimenti e il prossimo sarà a Malaga, per i campionati mondiali».

Il medagliere italiano in Finlandia si è chiuso all’ottavo posto con ventitre medaglie suddivise in cinque d’oro, tredici d’argento e cinque di bronzo, «un risultato soddisfacente – ha detto Giuseppe Canu – visto che siamo potuti andare in pochi atleti considerati i costi quasi proibitivi per stare in Finlandia e fra questi c’erano anche tre sardi, tutti trapiantati, due di rene e uno di fegato». La conferenza stampa si è conclusa con l’intervento di Gabriella Pintus, commissario straordinario dell’Aob che ha evidenziato un aspetto molto importante che riguarda l’attività dei trapianti d’organo che riguarda i donatori ed i loro familiari. «È doveroso un ringraziamento – ha concluso – per la generosità di tante persone chiamate a fare una scelta di gratuità in un momento difficile della loro vita che coincide con la morte di un loro congiunto. Con questi gesti si permette di ridare speranza e vita a tante altre persone sofferenti».


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