Skin ADV
Nuoro News
Notizie    Video   
NOTIZIE
Nuoro News su YouTube Nuoro News su Facebook Nuoro News su Twitter
Nuoro NewsnotiziecagliariSpettacoloTeatro › Teatro: a Nora, l´Odissea di Incudine
A.B. 30 luglio 2016
Teatro: a Nora, l´Odissea di Incudine
L´incanto di un tramonto sul mare per un viaggio nella memoria, tra storia ed invenzione, sul filo delle parole e delle note per il 34esimo Festival La Notte dei Poeti, firmato Cedac: nello scenario inimitabile del Teatro Romano di Nora, questa sera, spazio a “Odissea/un racconto mediterraneo”, il progetto di Sergio Maifredi, con l´attore, cantante e scrittore Mario Incudine


NORA - L'incanto di un tramonto sul mare per un viaggio nella memoria, tra storia ed invenzione, sul filo delle parole e delle note per il 34esimo Festival La Notte dei Poeti, firmato Cedac: nello scenario inimitabile del Teatro Romano di Nora, questa sera (sabato), alle ore 20, spazio a “Odissea/un racconto mediterraneo”, il progetto di Sergio Maifredi, con l'attore, cantante e scrittore Mario Incudine, che proporrà la sua versione del Canto IX-Il Ciclope (in forma di “cunto”), con la colonna sonora di Antonio Vasta. Il viaggio nel mito prosegue quindi con il progetto ideato e diretto dal regista Maifredi per il Teatro Pubblico Ligure: sulla rotta di Odisseo, seguendo la trama del più celebre dei “Nostoi” (i poemi sui “ritorni” degli eroi greci alle loro case alla fine della guerra di Troia), come un moderno aedo Incudine racconterà l'incontro con il Ciclope nel Canto IX.

Il poliedrico artista siciliano (attore, cantante e scrittore, reduce dal successo de Le Supplici a Siracusa, di cui ha firmato la regia con Moni Ovadia) proporrà la sua personalissima interpretazione, in forma di cunto, della narrazione di Odisseo, accompagnato dalle evocative musiche di Antonio Vasta. L'epos si fonde al teatro popolare, in uno spettacolo di grande suggestione, tra gli anelli di pietra del teatro ed un cielo infuocato che volge alla sera, ed infine alla notte: una performance che trova nell'antica città fenicio-punica e poi romana il luogo ideale, fra echi di civiltà perdute ed il prezioso dono della parola, della poesia e del canto, il segreto della tradizione orale, custode della memoria e dell'identità collettiva. Nella versione di Mario Incudine, il ritmo degli esametri si intreccia alle riscritture di Luigi Pirandello e Camillo Sbarbaro (entrambi traduttori del Ciclope euripideo), in un'interessante contaminazione linguistica che mette l'accento sul contrasto tra la forza bruta e l'intelligenza, ed in termini tristemente attuali sull'antitesi tra odio, violenza e paura del diverso, che scatenerà la tragedia, e l'accoglienza dell'esule e straniero Odisseo sull'Isola dei Feaci.

Il Canto IX si apre con il racconto dell'eroe greco, ospite del re Alcinoo, sull'onda dei ricordi e delle emozioni suscitati dal canto dell'aedo Demodoco: lo straniero accolto benevolmente sull'Isola di Scheria, interrogato dal sovrano rivela infine la sua identità, e rievoca il tragico incontro con Polifemo, divoratore d'uomini. La narrazione di Odisseo è pregnante e potentemente immaginifica: la spelonca del ciclope, la sua scortesia nei confronti del re d'Itaca e dei suoi compagni, la temerarietà quasi blasfema, la rudezza e la ferocia: lo sgomento davanti all'improvvisa morte dei suoi uomini, e l'urgenza di sfuggire traendo i salvo i suoi, spingono il figlio di Laerte all'azione. L'intelligenza si contrappone alla forza bruta, l'astuzia alla violenza: con uno stratagemma il figlio di Laerte riesce a liberare i superstiti e ad accecare il mostro, senza neppure offrirgli in cambio un nome da odiare e maledire, e fugge portando con sé l'indelebile ricordo della pessima accoglienza ricevuta. Nel mondo greco arcaico l'ospite è sacro, esistono legami di ospitalità e reciprocità, sanciti dal symbolon, la moneta spezzata in due che testimoniava il vincolo d'amicizia tra famiglie: nel Canto IX dell'Odissea non casualmente la crudeltà del Ciclope, che uccide i suoi ospiti e schernisce gli dei si contrappone alla generosità di Alcinoo. L'inumanità di Polifemo trova amari riscontri nel presente, davanti al dramma dei profughi ed all'incapacità dell'Occidente di accogliere interi popoli in fuga, costretti ad abbandonare una patria ormai matrigna: la ferocia del mostro che tradisce i doveri dell'ospitalità a contrasto con la gentilezza del re dei Feaci, mette l'accento sul contrasto, nell'antichità come oggi, tra civiltà e barbarie.

Nella foto: Mario Incudine


Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2024 Mediatica SRL - Alghero (SS)